L’Equivalenza delle catastrofi (Mimesis) by Jean-Luc Nancy

autore:Jean-Luc Nancy [Nancy, Jean-Luc]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2018-01-14T23:00:00+00:00

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Ciò che Fukushima aggiunge a Hiroshima è che la minaccia di un’apocalisse che apre su nulla, se non sulla negazione dell’apocalisse stessa, non dipende soltanto dall’uso militare dell’atomo, né probabilmente dal semplice uso dell’atomo in generale. In realtà, questi stessi utilizzi sono inscritti in una configurazione più amplia dove si tracciano i tratti profondi della nostra civiltà.

L’uso militare ci dà una percezione di questa configurazione. L’arma atomica ha generato per la sua potenza una strategia di deterrenza a volte invocata come una nuova condizione di pace, spesso chiamata l’«equilibrio del terrore». Come sappiamo, questo stesso equilibrio suscita il desiderio di possedere l’arma nucleare per diventare a proprio volta un agente di tale equilibrio, sarebbe a dire, una minaccia di terrore. Di questo terrore, sia detto di passaggio, ci si potrebbe domandare, che legami non percepiti esso intrattenga con quello che chiamiamo «terrorismo», il quale ha d’altronde preceduto l’arma nucleare. In generale si può dire che il terrore designi un’assenza o un oltrepassamento del rapporto: esso si esercita, solo, non dà inizio ad alcuna relazione.

Nell’equilibrio del terrore, il rapporto tra forte e debole, o meglio tra più forte e meno forte, non esiste. Le armi atomiche, anche se non di uguale potenza (se lasciamo da parte armi considerate come strettamente «tattiche»), sono capaci di distruzioni tali che c’è più da ragionare in termini di forze. È un’eguale forza assoluta che può essere esercitata da una parte e dall’altra, e questo si regge allo stesso tempo sulla distruzione istantanea possibile e sulle distruzioni o i danni che colpiranno per molto tempo i viventi, l’acqua, il suolo, i materiali. Se il rapporto tra più e meno forte sparisse, allora scomparirebbero anche le possibilità di calcolo e d’immaginazione di strategie davanti alla forza. Non vi è più significato nelle rappresentazioni del tipo «Davide e Golia» «Ulisse e il Ciclope», o «Zatoichi il samurai cieco».

Laddove il rapporto di forze era malgrado tutto un rapporto, l’equilibrio del terrore annulla ogni rapporto. Lo rimpiazza con quello che la parola equilibrio designa: l’equivalenza che annulla la tensione e la mantiene uguale e costante. Non si può più parlare propriamente di confronto, non si può più parlare dell’essere-di-fronte-all’altro perché in definitiva è lo stesso a essere confrontato con lo stesso. E la sua potenza è tale che non può quasi più essere pensata nella dipendenza dalle volontà che si presume comandino il suo uso: la sola idea di una disattenzione o di un colpo di follia che facciano partire questo utilizzo piomba nell’orrore di una devastazione innominabile. È sulla prospettiva di questa devastazione che si conclude il Dr. Stranamore di Stanley Kubrick, parabola di una possibilità insostenibile. Non si tratta più solamente della decisione umana: questa decisione diviene tale che ciò che di cui decide va al di là di tutto ciò che è calcolabile come effetto di una decisione.

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