L’età della finzione. Arte e società tra realtà ed estasi (Bollati Boringhieri) by Massimo Melotti

autore:Massimo Melotti [Melotti, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri editore
pubblicato: 2018-06-11T22:00:00+00:00

9. Le arti visive

The True Artist Helps the World by Revealing Mystic Truths.

Scritta che compare nell’opera omonima di Bruce Nauman

Maurizio Cattelan o della provocazione

L’installazione è esposta al terzo e ultimo piano del museo, in un salone situato al fondo, di modo che il visitatore debba salire e compiere un vero e proprio percorso di avvicinamento, di scoperta: salire tre piani di doppie scale o usare l’ascensore, attraversare altre sale. Per raggiungere il grande salone deve passare da ambienti completamenti bianchi, illuminati da una luce viva, alla semioscurità che avvolge tutto lo spazio espositivo. Il salone è rettangolare e vi si accede tramite uno stretto varco, che consente l’entrata a una sola persona per volta. Una breve didascalia dichiara l’opera in modo essenziale e criptico: Him, autore Maurizio Cattelan. All’interno, solo penombra.

Il procedimento visivo della messa in scena, cruciale in una società massmediale, è assimilabile, nel suo meccanismo di svelamento, a quello del dipinto comunemente conosciuto come Gli ambasciatori (1533). Anche nella grande tela di Hans Holbein il Giovane si instaura un processo visivo graduale che porta allo svelamento, alla scoperta che permette la stupefazione. Due ambasciatori francesi, Jean de Dinteville, signore di Polisy, e Georges de Selve, vescovo di Lavaur, sono ritratti a grandezza naturale, entrambi in abiti sfarzosi, come si addice al loro rango. Alle loro spalle è drappeggiato un ricco tendaggio di broccato verde. I due personaggi sono appoggiati ai lati di uno scaffale coperto da un tappeto orientale, su cui sono posti diversi oggetti emblematici del sapere e della cultura del tempo, come strumenti astronomici e cronometrici, un libro di inni luterani, un manuale tedesco di aritmetica, un liuto con una corda rotta. Secondo alcuni, gli oggetti potrebbero avere una funzione simbolica, celare un messaggio segreto; secondo altri, testimoniano soltanto dell’abilità esecutiva dell’artista.

L’opera si presta a intriganti interpretazioni, densa com’è di riferimenti storici e di rimandi.1 Ma è nota soprattutto per il cosiddetto «osso di seppia» (lo ricorda nella forma e nel colore), un oggetto enigmatico collocato di sbieco nella parte inferiore della tela. È quasi sospeso sul pavimento riccamente intarsiato, che riproduce il mosaico del coro di Westminster. La scena è solenne, i personaggi, impenetrabili, sembrano fissare chi guarda.

Scrive Jurgis Baltrušaitis:

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