L’età lirica by Letizia Pezzali

L’età lirica by Letizia Pezzali

autore:Letizia Pezzali
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Baldini Castoldi
pubblicato: 2012-03-23T23:00:00+00:00


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Interrogatorio

Lei è fidanzato con Beatriz Nadel?

Fidanzato dipende cosa intende.

Avete rapporti sessuali?

Un po’.

Un po’?

Beatriz sta con me per questioni di immagine zoccolesca. Io sono bello da stupro.

Lo sappiamo, questo. Ma lei, Mario, lei di sé cosa può dire?

In che senso?

In generale. Ad esempio, si sente mai triste?

A volte sono triste, come tutti. Allora guardo una commedia in tivù.

Ha mai tentato il suicidio?

No. Per carità.

Come mai sul retro di un quaderno di appunti di sua appartenenza l’insegnante di matematica ha trovato la seguente frase: Forse dovrei morire prima che sia troppo tardi?

Quella frase risale a molto tempo fa. Adesso non la scriverei più. È una banalità per riempire gli spazi bianchi, sui fogli. Non sopporto gli spazi bianchi, sui fogli.

È vero che, da qualche tempo, immagina di sfigurarsi con un coltello?

Sì.

Mi può dire come mai?

È solo una fantasia. Tradire l’innocenza dei propri lineamenti.

Ha a che fare, questa sua fantasia, con l’esistenza del ragazzo di cenere?

No.

Vuole per caso imitarlo?

Il ragazzo di cenere non esiste. È un individuo dei sogni. Che per caso ha le scarpe uguali a un individuo della realtà. Può succedere. Così come può succedere che due case, al mondo, siano identiche.

Lei crede? Ma potendo, non le piacerebbe essere il ragazzo di cenere?

Non mi piacerebbe essere niente. Mi piace solo osservare i gesti piccoli.

I gesti piccoli?

I gesti piccoli delle persone. Le cose poco importanti che si fanno senza pensare, e che comunicano la fragilità dei propri contorni. Camminare in un modo che non c’entra niente col resto, ad esempio. Un ragazzo coi piedi in dentro e la voce adulta: non si può riassumere né definire.

Secondo lei come mai i suoi compagni di liceo ritengono che lei sia punibile fisicamente?

I miei compagni di liceo non ritengono che io sia punibile fisicamente. Un mio compagno di liceo con alcuni suoi amici ritiene di comportarsi da criminale. È diverso.

Mi racconti di nuovo cosa è successo.

Portavo fuori il cane. Saranno state le sette, le sette e mezzo, insomma prima di cena. Esco di casa e prendo la strada che va verso la campagna. Lì incontro Mauro T., studente del mio liceo, insieme a certi suoi compagni di ventura.

Cosa intende per compagni di ventura?

Intendo amici suoi. Della sua compagnia.

Intende dire iscritti a qualche organizzazione?

Non credo. Non so neppure se sappiano cosa sia, l’organizzazione.

Vada avanti.

Dicevo, li incontro. Mi chiedono dove sto andando. Il cane gli abbaia contro, ma non fa niente, è vecchio, comunque loro forse si spaventano perché è un cane di grosse dimensioni. Io rispondo che sto facendo una passeggiata. Loro chiedono se sto andando a incontrarmi con qualcuno. E con chi mai dovrei incontrarmi, dico. Loro non rispondono, ma ridono, però è un ridere spento, non sanno bene come comportarsi. Sembrano imbarazzati. Mauro T. mi chiede se ho visto le frasi apparse in bacheca a scuola. Io rispondo che sì, le ho viste.

Che frasi sono?

Qualcuno ha scritto che faccio sesso con animali.

Lei sa chi l’abbia scritto?

Penso Mauro T., ma non posso provarlo.

E perché lo pensa?

Perché qualche anno fa ho scritto una cosa simile di lui.



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