L’icona rivelatrice by Unknown

autore:Unknown
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2023-02-26T00:00:00+00:00

10.

La popolazione, venuta a sapere del contenuto della confessione, fu colta da stupore ed orrore: si levarono alte grida, la Cattedrale melkita fu chiusa, scrive con malcelata soddisfazione il monofisita Giovanni, e il Patriarca Gregorio non osò uscire dal palazzo vescovile, per paura di atti violenti da parte dei cittadini: nemmeno le solenni celebrazioni della Settimana Sacra, si era al Giovedì Santo, il giorno del Balsamo, poterono essere portate a termine, dato che pare che quel giorno la “domus aurea”, il Grande Ottagono fu chiuso ai fedeli. Una situazione di incredibile sfiducia, una tensione che la città, così inquieta e spesso difficilmente governabile, non dimenticò certamente. Evagrio, che era stato amico e protetto da Gregorio, si profuse in apologie e in grandi lodi del Patriarca, tessendo di lui un’immagine positiva, che è ancora ritenuta da molti storici contemporanei. Egli fu teologo e scrittore di tre piccoli trattati e sembra che la sua reputazione nella capitale fosse al di sopra di ogni accusa: tutto l’incartamento fu recitato a Tiberio II, il quale, secondo le parole del non certo amichevole Giovanni, prescrisse che il caso fosse insabbiato per non ledere la santità del Cristianesimo e l’autorità dei vescovi, riconosciuti allora come oggi, se legittimamente consacrati, successori degli Apostoli. Il processo, tenutosi nella capitale di fronte a una commissione di vescovi metropoliti, di giuristi e di senatori mal disposti verso l’imputato, venne abilmente vinto dallo scaltro Gregorio: una promessa di costruire un piccolo ippodromo, uno spettacolo di pantomimi guadagnò il favore popolare e, per ragion politica, l’antipatia senatoriale divenne favore.49 Insufficienza delle prove, inconsistenza delle confessioni, oppure decisione politica di obliterare accuse tanto orribili da risultare non soltanto incredibili ma addirittura controproducenti alle gerarchie episcopali di tutto l’impero? Non conosciamo la risposta ma agli occhi dei Monofisiti e di Giovanni di Efeso, Gregorio altro non era che un mostro e un costruttore, nella propria stessa città e diocesi, del Tempio di Satana e, se dobbiamo tenere fede ad Evagrio, anche presso i fedeli calcedonesi la sua fama fu insozzata, negli anni successivi, da una accusa addirittura di incesto, non so se francamente verismile ma di certo infamante. Quando la temperatura politica si fa alta, ogni accusa è lecita e, come si intuisce, tanto nel mondo contemporaneo quanto nel mondo antico accuse di impurità sessuale, vere o presunte o del tutto fantasiose50, sono mezzi del discredito e della demonizzazione. Politica, figure di governatori, potenti vescovi furono protagonisti di questa nuova causa celebre, il cui capo di imputazione rientrava ancora una volta tra le cose innominabili, là il Paganesimo, qui l’incesto.: uno schema che evidentemente, poteva contare su un valido precedente nei fatti interessanti Anatolio e i suoi pagani di Edessa. Che cosa avvenne? Quale fu l’origine di tanto infamanti accuse? Era sorto, nel 587, un duro contrasto tra Asterio, comes Orientis, e il potente Patriarca, una disputa a cui non fu estraneo lo stesso popolo di Antiochia: le proteste contro Gregorio furono talmente accese che nel teatro spettatori e attori stessi diedero vita a

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