L'altro islam by Lilli Gruber

L'altro islam by Lilli Gruber

autore:Lilli Gruber [Gruber, Lilli]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Generica, Politica, Italiano, Sociologia
ISBN: 9788858628539
Google: F9l40QzSXoAC
Amazon: B008I342P0
editore: Bur
pubblicato: 2012-06-27T22:00:00+00:00


Il 6 giugno 1982 alle 11 del mattino l’esercito israeliano, agli ordini del ministro della Difesa Ariel Sharon, inizia una vasta operazione attraverso il confine settentrionale dello Stato ebraico in direzione del Libano, «Pace in Galilea». Israele fa entrare in poche ore nel Sud del Libano nove divisioni, ovvero circa 78.000 uomini e 1240 carri armati con un forte appoggio dell’aviazione e della marina.

L’obiettivo ufficialmente dichiarato è respingere lontano dalla frontiera gli elementi più attivi della guerriglia palestinese dell’Olp di Yasser Arafat. L’idea è di espellerli da una striscia larga 40 chilometri per impedire il lancio di razzi sul Nord d’Israele che terrorizzano le popolazioni dei villaggi e delle colonie della Galilea. Il governo israeliano di Menachem Begin dichiara di non avere altri obiettivi. L’operazione, dicono a Gerusalemme, si concluderà nell’arco di pochi giorni, proprio come avvenne per l’operazione «Litani».

Il pretesto per lanciarla era stato fornito il 3 giugno quando un gruppo di palestinesi estremisti agli ordini di Abu Nidal – espulso dall’Olp nel 1974 – aveva cercato di assassinare a Londra l’ambasciatore israeliano Shlomo Argov. Il diplomatico era scampato alla morte ma era stato gravemente ferito. L’aviazione israeliana aveva reagito bombardando alcune postazioni dell’Olp a Beirut e l’Olp aveva a sua volta risposto sparando contro il Nord della Galilea.

Fino a quella fiammata di violenza, un cessate il fuoco de facto negoziato dieci mesi prima dall’inviato speciale americano Philip Habib aveva mantenuto la calma lungo la frontiera. Ecco cosa scrisse in seguito il giornalista e saggista israeliano Jacobo Timerman: «Per la prima volta una guerra non era nata come risposta a una provocazione».

Timerman ha dedicato un bel libro a quella che all’epoca chiamò «la guerra più lunga». Lo ha finito il 21 settembre 1982, tre mesi e mezzo dopo l’inizio delle ostilità. Per lui la guerra era già durata troppo: suo figlio era nell’esercito e temeva ogni giorno per la sua vita. Tuttavia, serviranno 18 anni a Israele per uscire dal pantano libanese.

Divenne ben presto chiaro che i responsabili israeliani andavano molto oltre le loro prime dichiarazioni: per Sharon e i suoi alleati nel governo di destra bisognava annientare l’Olp in quanto organizzazione politica. Si doveva anche insediare in Libano un governo amico pronto a firmare una pace separata con lo Stato ebraico. E quella che doveva essere un’operazione militare di breve durata si concluse con un disastro politico, morale e strategico.

La preparazione dell’invasione era iniziata subito dopo l’accordo per il cessate il fuoco dell’ambasciatore Habib. Sharon, nominato al ministero della Difesa nell’agosto del 1981, aveva cominciato a parlare apertamente con la stampa del suo desiderio di sbarazzarsi dell’Olp. E la possibilità che il governo Begin arrivasse a un’eventuale soluzione politica e diplomatica non era stata presa in considerazione. Al contrario, era necessario avviare un’azione militare perché nel mondo si alzavano voci che chiedevano l’apertura di un dialogo con Arafat e l’attuazione di una soluzione negoziata. Le circostanze erano favorevoli, tanto più che con l’arrivo di Ronald Reagan alla Casa Bianca, Begin e Sharon potevano contare su un appoggio duraturo, anche sull’esplosiva questione delle colonie ebraiche nei territori occupati.



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