L'Anno Dopo Di Te by Nina de Pass

L'Anno Dopo Di Te by Nina de Pass

autore:Nina de Pass [de Pass, Nina]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Generica, Narrativa, Romanzi D'Amore
ISBN: 9788820068318
Google: hl6vDwAAQBAJ
Goodreads: 51804148
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2019-09-17T00:00:00+00:00


27

MI sveglio con il suono della grandine che batte sui vetri, e con un’idea in testa.

Un chiarore grigiastro ha cominciato a filtrare dalle tende, e un sottile fascio di luce illumina l’estremità del mio divano letto e Hector, ancora a occhi chiusi. Dopo cena, ieri sera, siamo crollati entrambi, sfiniti dalla giornata di viaggio. Poco prima di addormentarsi, mi ha riferito il suo piano per oggi: telefonare a tutti gli ospedali e cercare di convincere gli addetti all’accettazione a rilasciare informazioni sugli ultimi ricoveri. Io ho un’idea migliore.

Decido di concedergli un altro po’ di sonno, un altro momento di inconsapevolezza. Oggi sarà una giornata piena di incognite, quasi tutte indesiderabili.

Ha un sonno profondo per una persona che sostiene di non dormire molto. Non dà segno di sentirmi quando emergo da sotto le lenzuola e frugo nella borsa cercando il mio beauty case. Anche con la bocca socchiusa e le guance arrossate dal cuscino, è incredibilmente bello.

Vado in bagno a vestirmi e colgo il mio riflesso nello specchio sopra il lavabo. Per la prima volta dopo l’incidente mi preoccupo del mio aspetto, e sento il bisogno di migliorarlo. Recupero dal beauty case il barattolino di un vecchio correttore. Raschio via lo strato superficiale, ormai secco, poi me lo spalmo sotto gli occhi. Non ho altro con cui truccarmi – niente a che vedere con il bauletto straripante che io e G condividevamo negli Stati Uniti –, ma sul fondo scovo un lucidalabbra alla pesca.

Entro in cucina a prepararmi un tè, e mi torna in mente un ricordo. Mi rivedo con G nel bagno della scuola ad aspettare come ogni mattina che lei finisca di truccarsi.

«‘Pesca provocante’?» dice, fissando il tubetto del lucidalabbra con uno sguardo incredulo. «Ma chi li inventa questi nomi?»

Ne estraggo un altro dalla borsa, con una sfumatura di rosso più scura. «Preferisci ‘Languido lampone’?»

«Adesso mi prendi in giro.»

«Oppure ‘Mandarino malizioso’?» chiedo, mostrandogliene un altro.

Lei comincia a ridere. «Gesù. Manca solo ‘Melanzana maliarda’...»

L’arrivo di mio padre, bardato con una sgargiante tenuta sportiva, mi riporta di colpo al presente. Indossa una tuta aderente di lycra blu fluo e una giacca leggera e rigida che fruscia a ogni movimento. È come se fosse entrato in un negozio a caso e avesse lasciato che i commessi si divertissero a mascherarlo.

«Sei mattiniera», dice, con uno sbadiglio.

Io smetto di fissare il suo completo di lycra e mi concentro a infilare le bustine in due tazze. «Che ore sono?»

«Quasi le otto.»

«Non è tanto presto.»

«Sì, ma tu sei un’adolescente.»

Alzo gli occhi al cielo. Avrei dovuto prevedere che mi avrebbe incasellata in uno stereotipo. Riesco quasi a immaginarlo, a consultare un prontuario – Teenager dalla A alla Z – in preparazione del nostro arrivo.

«Vado a correre», mi informa. «Intanto, perché non decidi cosa ti andrebbe di fare oggi?»

«Io e Hector abbiamo già un programma per conto nostro», rispondo, e vedo la delusione che gli offusca lo sguardo. Non provarci nemmeno, penso. Non hai il diritto di farmi sentire in colpa.

«D’accordo, purché rientriate prima delle sette. Stasera cucino io.



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