Lansdale Joe R. - Hap & Leonard 03 - 1995 - Il Mambo Degli Orsi by Lansdale Joe R

Lansdale Joe R. - Hap & Leonard 03 - 1995 - Il Mambo Degli Orsi by Lansdale Joe R

autore:Lansdale Joe R. [Lansdale Joe R.]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General, Mystery & Detective
ISBN: 9788806172527
editore: Einaudi
pubblicato: 2004-06-14T22:00:00+00:00


18.

Le querce e i pini e i noci che crescevano ai lati della strada erano scuri di pioggia. Visibile tra il fogliame, sempre che il diluvio concedesse visibi-lità sufficiente, un cielo grigio e cupo incombeva sulla boscaglia. Il rumore dei tergicristalli che battevano avanti e indietro sul parabrezza, la vibrazio-ne degli pneumatici sull’asfalto, mi parvero inizialmente il ritmo di pugni e calci che colpiscono la carne.

Per un istante, pensai di essere in mezzo a un altro pestaggio. Provavo così tanto dolore che immaginai di non essere in grado di distinguere il dolore del vecchio pestaggio da quello del nuovo.

Mi ci volle un lungo attimo per rendermi conto di essere in un’automobile, una vecchia Ford Farlane azzurra, e che non era tarda notte ma mattino avanzato, e che il pestaggio era finito, e non era finito da molto. Ero seduto sul sedile anteriore; la mia faccia era girata verso la portiera e la mia fronte era appoggiata al finestrino imperlato di pioggia. Potevo sentire l’aria fredda che filtrava da una fessura del finestrino e mi colpiva la faccia febbricitante, ed era una bella sensazione. Puzzavo di urina vecchia.

Non avevo idea di chi stesse guidando e, per un istante, non me ne importò nulla. Pensai più o meno di essere in procinto di raggiungere il fondo di un fiume, dove un albero di trasmissione arrugginito mi sarebbe stato legato ai piedi e io sarei stato mandato giù a ispezionare il fango per circa tre o quattro minuti, dopodiché sarebbe tutto finito. Di lì a un anno, forse due, qualche pescatore avrebbe impigliato la sua lenza in ciò che restava di me, avrebbe pescato dalle acque la mia testa in putrefazione, avrebbe chiamato la polizia e l’impronta dei denti avrebbe rivelato che avevo sei ot-turazioni, che ero morto e che un tempo mi chiamavo Hap Collins.

Quando mi sentii abbastanza forte da poter voltare una fetta di pane da solo senza bisogno di incoraggiamenti verbali, mi voltai e vidi il guidatore.

Era il cuoco della tavola calda. Non portava più il cappellone bianco, ma aveva ancora indosso la sua camicia bianca macchiata. — Potresti cercare di dormire, — mi disse. — Ti sei beccato un fracco di botte.

— Sì, — dissi. — Avresti dovuto vedere il mio avversario, però.

— Ho visto i tuoi avversari, amico, e in confronto a voi due mi sembravano in forma.

— Proprio quello che temevo.

— Però Draghten e Ray non sembravano tanto in forma, no. A quei due gli avete dato una bella lezione, sì. Avete conciato male pure qualche occhio e qualche bocca e qualche naso anche a quegli altri. Se non erano così in tanti, se il locale non era così tanto affollato, credo proprio che tu e il tuo amico potevate pestarli mica male. Ovviamente, io ho visto la scena soltanto di passaggio. Quando le cose hanno cominciato a farsi serie, sono uscito dal retro, sono andato al negozio di antiquariato e ho detto a quelli di chiamare il Capo e di dire che c’era un casino nel locale di Maude.



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