L'arte della vittoria: Autobiografia del fondatore della Nike by Phil Knight

L'arte della vittoria: Autobiografia del fondatore della Nike by Phil Knight

autore:Phil Knight [Knight, Phil]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852073915
editore: Mondadori
pubblicato: 2016-05-23T22:00:00+00:00


1972

Dipendeva tutto da Chicago. All’inizio del 1972, ogni nostro pensiero, ogni nostra conversazione iniziavano e finivano con Chicago, perché lì si teneva il National Sporting Goods Association Show, la fiera nazionale degli articoli sportivi.

Chicago era importante ogni anno. Era a quella fiera che i rappresentanti dell’intera nazione potevano visionare per la prima volta tutti i nuovi prodotti per l’atletica, di tutte le varie aziende, e determinarne il successo o l’insuccesso con l’entità dei loro ordinativi. Lo Show del 1972, però, sarebbe stato più che importante. Avrebbe rappresentato il nostro Super Bowl, le nostre Olimpiadi e il nostro Bar Mitzvah, perché era là che avevamo deciso di presentare al mondo la Nike. Se ai rappresentanti fossero piaciute le nostre scarpe, saremmo sopravvissuti un altro anno. In caso contrario, alla fiera del 1973 non ci saremmo stati.

Anche la Onitsuka teneva d’occhio Chicago. Qualche giorno prima dell’inizio della fiera, senza dirmi niente, avevano strombazzato alla stampa giapponese l’«acquisizione», da parte loro, della Blue Ribbon. L’annuncio aveva prodotto onde d’urto un po’ ovunque, ma soprattutto alla Nissho. Sumeragi mi scrisse chiedendo, in sostanza: «Ma che…?».

In una veemente replica di due pagine gli dissi che non avevo niente a che fare con l’annuncio della Onitsuka. Gli assicurai che la Onitsuka ci voleva costringere a vendere, ma erano il nostro passato, mentre la Nissho, come la Nike, era il nostro futuro. Concludendo, confessai a Sumeragi che alla Onitsuka non ne sapevano niente, quindi acqua in bocca! «Per ovvi motivi, la prego di mantenere il più stretto riserbo su quanto detto in questa mia. Per poter preservare il nostro attuale sistema di distribuzione per le future vendite della Nike, è importante che riceviamo per un altro paio di mesi spedizioni dalla Onitsuka; se dovessero cessare, per noi sarebbe un grave danno.»

Mi sentivo come un uomo sposato preso in uno squallido triangolo amoroso. Giuravo alla mia amante, la Nissho, che era solo questione di tempo perché divorziassi da mia moglie, la Onitsuka. E intanto incoraggiavo la Onitsuka a credermi un marito amorevole e fedele. «Non mi piace questo modo di fare affari,» scrissi a Sumeragi «ma ho la sensazione che ci sia stato imposto da una società con le peggiori intenzioni possibili.» Presto staremo insieme, cara, abbi solo un po’ di pazienza.

Subito prima che partissimo tutti per Chicago, arrivò un telegramma da Kitami. Aveva pensato a un nome per la «nostra» nuova società. La Tiger Shoe Company. Voleva che lo rivelassi a Chicago. Gli inviai a mia volta un telegramma in cui rispondevo che il nome era bello, lirico, poesia pura ma, ahimè, era troppo tardi per rivelare alcunché allo Show. Tutti i cartelloni e il materiale pubblicitario erano già stati stampati.

Il primo giorno di fiera, entrai al centro congressi e vi trovai Johnson e Woodell già intenti ad allestire il nostro stand. Avevano impilato le nuove Tiger in file ordinate e adesso stavano sistemando le nuove Nike in piramidi di scatole arancioni. A quel tempo, le scatole da scarpe erano o bianche o blu, punto, ma io



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