L’uomo è forte by Corrado Alvaro

autore:Corrado Alvaro [Alvaro, Corrado]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

VI

BARBARA

È ancora una vigilia di giorno di festa. Ed ecco che Dale rientrando nella sua stanza vi trova Barbara. Egli ne vede il viso subito, col suo colore fulvo, e tutto vicino e preciso: la sua fronte, i suoi occhi chiari e lontani come il cielo; è seduta presso il tavolino e fuma un poco abbandonata, con le mani in grembo, l’una nell’altra; la sigaretta le vapora tra le dita. Pare che tutto acquisti d’improvviso una ragion d’essere; ella è come i mobili, come tutto ciò che intorno è silenzioso; ma lo guarda coi suoi occhi vivi. Il respiro le gonfia il petto, il suo alone rende temperata ogni cosa all’intorno: dove posa la mano è caldo, è caldo dove ella siede, ella stessa è calda come un focolare rinvenuto in una notte di gelo per una campagna deserta. Ella ride dai suoi occhi come qualcosa di profondo e di inesplorato, come ridono gli occhi degli animali, un riso incosciente e che è nella natura. Egli pensa che se ella non vi fosse, tutto sarebbe deserto intorno.

“Hai fatto bene.”

Dale non pensa più né agl’impiegati dell’albergo, né alla Segretaria, né all’Inquisitore. Sa che ha presso di lui una persona viva, cui può parlare, cui si può confidare, cui si può accostare, alla quale si può scaldare di vita. È l’estate, ma egli è come un seme profondo nella terra cui il sole non è arrivato. Difatti, la stessa stanza è fredda, del freddo di certe stanze nell’estate. Dale può parlare. Ma poi si ricorda dei cenni che ha fatto verso la fenditura della parete la cameriera Olga, e si avvicina a Barbara pronunciando distintamente col movimento delle labbra qualche cosa; ma il suono non arriva fino a lei. Ed ella risponde con una voce lamentosa, la sua voce di bambina, un poco gutturale: “Ma che cosa c’è, Dale?” Egli seguita a indicare quella apertura nella parete, e si mette la mano davanti alla bocca. Mette la stessa mano davanti alla bocca di lei e ne sente le labbra fresche. È come se la sua mano in quell’attimo avesse una capacità straordinaria a sentire; difatti, cercando, sente i lineamenti di quel viso.

“Non si può, non si può,” egli dice, e indica l’apertura nella parete.

Barbara abbassa la testa e riprende a fumare. Mentre sta in questo atteggiamento, è impenetrabile, è sola, è un blocco di pietra. Dale le siede accanto. L’apertura della parete sembra divenire enorme, basta ad assorbire ogni fruscio e ogni rumore della stanza. Questa apertura è un orecchio che ascolta. Lo ha detto la cameriera Olga; ma può darsi che sia una leggenda, un terrore senza ragione. Ma basta a rendere immobile ogni cosa. Soltanto le tarme, suscitate da un calore che Dale non sente, volano su dalle poltrone di cuoio come semi dispersi da un vento estivo.

Dale apre lentamente lo sportello del mobile dove conserva i dolci, i fiori, il vino, tutto quello che mette da parte per lei; apre lentamente in modo che non faccia nessun rumore. A un tratto questo sportello si mette a stridere, stride maledettamente; Dale si ferma.

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