L'Avaro by Carlo Goldoni

L'Avaro by Carlo Goldoni

autore:Carlo Goldoni [Goldoni, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-23T19:00:57+00:00


SCENA IX

Don Ambrogio, poi il Cavaliere

AMB. La riverisco divotamente. Restituire? Me ne rido. Ho il mio procuratore, che č fatto apposta per tirar innanzi. Egli s’impegna di mantenere la lite in piedi, se occorre, dieci anni almeno, e in dieci anni posso morir io, e puň morire la nuora. Per altro non ho piacere che si sparga per il paese, che io procuro che non si mariti per non restituire la dote. Da qui avanti mi regolerň un po’ meglio, troverň degli altri pretesti, e cercherň di sottrarmi con pulizia, con destrezza. CAV. (ilare sempre) Servitore del mio carissimo Don Ambrogio. AMB. Padrone mio, signor Cavaliere garbato. CAV. Venite sempre piů giovane. Mi consolo, quando vi vedo. AMB. Oh, quanto anch’io mi rallegro in vedervi! gioventů benedetta! CAV. Perchč non venite a favorirmi, a bevere la cioccolata da me? AMB. Vi voglio venire. CAV. E a pranzo ancora. AMB. E a pranzo ancora. CAV. (da sč) (Lo conosco, conviene allettarlo.) AMB. (da sč) (So quel che vuole. Non mi corbella.) CAV. Oh, quanto mi č rincresciuta la morte di vostro figlio! AMB. Obbligato; non parliamo di melanconie. CAV. Parliamo di cose allegre. Quando vi rimaritate? AMB. Non sono fuori del caso. CAV. Animo, da bravo: ho un’occasione per voi la piů bella del mondo. Eh! ci sono de’ quattrini non pochi. AMB. Oh, io poi, se mi maritassi, la vorrei senza dote. CAV. Bravissimo: sono anch’io della stessa opinione. Se mi marito, non voglio niente. Le mogli che portano del danaro, pretendono comandare. No, no; soddisfare il genio, e non altro; una donna che piaccia, e non si cerchi di piů. AMB. (da sč) (Se dicesse da vero? ma non me ne fido.) CAV. Quel che volete fare, fatelo presto. Liberatevi dall’impiccio di vostra nuora, e conducetevi a casa un pezzo di giovinotta, che vi rimetta il figliuolo che avete perduto, e che vi faccia essere contento nella vecchiaia. AMB. Oh, se lo voglio fare! Lasciate che mi liberi della nuora. CAV. Perchč non fate che si mariti? AMB. Se capitasse un’occasione a proposito. CAV. Per esempio, chi credereste voi che le convenisse? AMB. Io so com’č fatta quella povera donna; ha il piů bel cuore di questo mondo. Ella avrebbe bisogno di uno, che se ne innamorasse, e che veramente le volesse bene di cuore. Al giorno d’oggi non si trovano i partiti che di due sorte: o discoli, o interessati; e tutti principiano dalla dote; č una miseria per una giovine che ha qualche merito, sentirsi chiedere per la dote. CAV. Questo č quello ch’io vi diceva poc’anzi. Se mi marito, non voglio dote. AMB. Voi siete un cavaliere veramente cavaliere, che sa la vera cavalleria. Ditemi un poco: lo conoscete voi il merito di mia nuora? CAV. Se lo conosco? lo sa il mio cuore, se lo conosco. AMB. E che sě, che siete venuto per domandarmela? CAV. Gran Don Ambrogio! gran Don Ambrogio! volpe vecchia! Come diamine l’avete voi penetrato? AMB. Mi pareva che le carezze che mi avete fatte, tendessero a qualche fine.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.