L'avventuriera di Montecarlo by L'avventuriera di Montecarlo

L'avventuriera di Montecarlo by L'avventuriera di Montecarlo

autore:L'avventuriera di Montecarlo
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: cba214b5cdcf869eb69aefb0b2914825c628568c
editore: Adelphi
pubblicato: 2016-06-27T00:00:00+00:00


Non così ce l’eravamo immaginata!

Soppressione della censura, abolizione della pruderie, scomparsa dell’ipocrisia: tutto molto bello. Ma a una libertà che gorgoglia nelle cloache dei palazzi abbandonati e produce fognaioli, i quali rimestano ancora fra le rovine imperialregie in cerca di qualcosa che, in regime repubblicano, potrebbe essere ammannito a un popolo libero come appetitoso salsicciotto kitsch per i diletti del palato e del sensazionalismo, a questa libertà possiamo rinunciare con animo grato. Il «poeta» dello schermo, che qui si getta con artigli d’avvoltoio su un’aquila ormai ridotta a carogna, e gira una «storia» di tremilacinquecento metri per riempire le serate repubblicane di miasmi da sottoscala mescolati a vapori di disinfettante, è un sintomo di quella libertà da quattro soldi che ha abbattuto la monarchia al solo scopo di rovistare a fondo e indisturbata nei suoi materassi zeppi di cimici. Questa libertà non si accontenta di smerciare nella Kärntnerstrasse pettegolezzi da venti centesimi sulla «prima amante dell’imperatore Carlo», ma trova anche società cinematografiche – una sorta di profittatori della rivoluzione, pure loro – che, dal grande repulisti, raccattano i parassiti e li elevano al rango di eroi cinematografici.

Dopo le abbondanti piogge della rivoluzione – soprattutto sul suolo di Berlino –, sono spuntate copiose, e nelle più fosche gradazioni, le muffe delle nuove società cinematografiche. Il dramma del principe ereditario Rodolfo, che a quanto pare va trasformandosi in un dramma da aule giudiziarie, è anch’esso il prodotto di una di queste società. Figure e fatti dell’ex famiglia imperiale vengono portati sullo schermo nel più rozzo e triviale dei modi. Deplorevole non è, per esempio, che all’imperatore Francesco Giuseppe spetti il dubbio onore d’essere presentato al pubblico come un vecchio derelitto. Triste e deplorevole è semmai che vi sia gente disposta a speculare sul fatto che un principe ereditario in mutande e camicia da notte, un’amante in cimbali e un losco portiere possano indurre anche un pubblico repubblicano ad affollare il botteghino. La tragedia di Mayerling, realizzata da una delle maggiori case cinematografiche 34di Vienna, si mantiene pur sempre all’altezza – o piattezza – della consueta drammaturgia filmica. È obiettiva, ancorata ai fatti, addolcita soltanto dall’abituale sentimentalismo, e si conclude con un accordo kitsch. Ma Il principe ereditario Rodolfo 35 , un prodotto del peggior far west berlinese, dovrebbe essere vietato in ogni caso. Dai giorni della rivoluzione in poi, la censura lascia però a desiderare e, senza dar credito a quelle voci, di certo non vere, secondo cui anche qui è possibile «arrangiarsi», va sottolineato nel modo più categorico che ci troviamo di fronte a una grave negligenza.

Come apprendiamo da fonti competenti, la signora Windisch-Grätz e il suo patrocinatore, il dottor Bell, hanno ogni probabilità di vincere la causa già in prima istanza. Il dramma sul principe Rodolfo sarà molto verosimilmente vietato. Se le riviste cinematografiche continuano però ad annunciare imperterrite l’uscita del film, ciò dipende dal fatto che la casa berlinese, con molte risorse finanziarie a disposizione, fa di tutto per convincere gli esercenti a prendere intanto la pellicola – e



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