Le altre by Sarah Blau

Le altre by Sarah Blau

autore:Sarah Blau [Blau, Sarah]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-02-23T12:00:00+00:00


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Non so quanti ne siano al corrente, ma svenire non è del tutto spiacevole.

Hai la sensazione di galleggiare, sospeso tra terra e cielo; l’anima è un liquido che scorre in mezzo a un oceano di luci scintillanti, il corpo è leggero come una piuma, lo spirito svincolato e libero da preoccupazioni.

Ma poi ti svegli di soprassalto e questo sì che è spiacevole. E quando ti svegli in una realtà come la mia, è ancor più spiacevole.

Ormai abbiamo superato da un pezzo il momento della negazione o del silenzio: chiunque abbia ucciso Ronit, e probabilmente anche Dina, sapeva tutto delle Altre, ci conosceva, e conosceva me. Senza se e senza ma. È molto probabile che fosse alla stessa festa di Purim con noi, che avesse trincato gli stessi liquori scadenti offerti dall’unione studentesca. Deve aver visto Ronit mascherata da una Lilith divora-bambini, deve averla vista dichiarare tutta sorridente: «Sono Lilith la Terribile, sono la madre senza figli che divora i suoi piccoli», mentre noi le rivolgevamo un sorriso di adorazione. Ecco perché le hanno infilato il bambolotto giù per la gola.

Non dubito che, se i giornali avessero pubblicato un’illustrazione di Dina nella posizione esatta in cui è stata ritrovata, ci sarei già arrivata, avrei collegato la festa con gli omicidi. E magari previsto anche in quale posizione troveranno TE?

Mi risveglio di soprassalto.

Micha mi studia attentamente. Strano a dirsi, ma la sua presenza riesce a tranquillizzarmi, è un tipo estremamente calmo. Anche troppo calmo.

A quanto pare Efraim è andato nel panico quando mi ha visto svenire. Mi hanno detto che sono rimasta priva di sensi per alcuni minuti finché qualcuno non ha chiamato l’ambulanza. Serbo un vago ricordo degli istanti di offuscamento che mi hanno regalato una breve fuga dalla realtà, ricordo le luci baluginanti della coscienza che si ridesta, le facce preoccupate sospese sopra di me e una voce autorevole che diceva: «Fate spazio, lasciatela respirare» e poi: «Ha perso il controllo degli sfinteri?».

Questa domanda l’ho sentita forte e chiara, e credo che sia per questo che mi sono riavuta in fretta. Nel panico, ho teso la mano verso la regione inguinale e per fortuna quando l’ho ritirata era ancora asciutta. Quando ho riaperto gli occhi ho visto un Efraim in ansia che mi aiutava a rialzarmi e mi dava man forte anche a convincere una soccorritrice vigorosa (e ossessionata dall’incontinenza) che non c’era bisogno di una visita in ospedale.

Efraim mi ha detto di andare a casa e di «restarci per tutto il tempo che desideri» e di tornare quando mi fossi sentita meglio, ma io non ho potuto fare a meno di pensare: “Molto comodo per te, eh, Efraim?”.

E ora eccomi in compagnia di Micha, in salotto, mentre la sera lentamente scende.

È la prima volta che passa da me a quest’ora. Se avessi un gatto comincerebbe a scorribandare inquieto come qualsiasi predatore notturno, ma io non ce l’ho, un gatto. Hai solo quella scopa laggiù, nell’angolo, e il solito Micha, calmo e pacifico.

Quando però comincia a parlare dell’illustrazione di Ronit perde la bussola.



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