Le Anime Morte by Nikolaj Vasil'Evic Gogol'

Le Anime Morte by Nikolaj Vasil'Evic Gogol'

autore:Nikolaj Vasil'Evic Gogol' [Gogol', Nikolaj Vasil'Evic]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Satira, Narrativa contemporanea, Spettacolo, Saggistica E Varia, Narrativa, Italiano, Letteratura, Teatro, Umorismo
ISBN: 9788852090639
Amazon: B00T85IVWC
editore: MONDADORI
pubblicato: 2018-10-23T04:00:00+00:00


CAPITOLO DECIMO

Riunitisi dal capo della polizia, il padre e benefattore della città già noto ai lettori, i funzionari ebbero modo di osservare che erano perfino dimagriti per quelle preoccupazioni e quelle ansie. Infatti la nomina del nuovo governatore generale, l’arrivo di quei documenti di contenuto così grave, quelle voci che non stavano né in cielo né in terra - tutto ciò aveva lasciato tracce visibili sulle loro facce, e i frac di molti erano diventati visibilmente più larghi. Tutti erano sciupati: il presidente era dimagrito, l’ispettore dell’ufficio d’igiene era dimagrito, il procuratore era dimagrito, e un certo Semen Ivanovic, che non veniva mai chiamato per cognome e portava all’indice un anello che faceva osservare alle signore, anche lui era dimagrito.

Naturalmente si trovarono, come accade ovunque, anche dei tipi indomiti che non persero la loro presenza di spirito, ma erano pochissimi. Anzi soltanto il direttore delle poste. Solo lui non cambiava, col suo carattere perennemente equilibrato, e in casi simili aveva sempre l’abitudine di dire: “Vi conosciamo, noi, cari governatori generali! Di voialtri, forse, ne cambieranno tre o quattro, mentre io, signor mio, sono già trent’anni che occupo lo stesso posto.” Al che di solito gli altri funzionari replicavano: “Beato te, sprechen Sie Deutsch, Ivan Andreic, col tuo lavoro in posta: accettare e inoltrare la corrispondenza; al massimo imbrogli chiudendo l’ufficio un’ora prima, o vuoi la mancia da un mercante ritardatario per accettare una lettera fuori orario, oppure spedisci qualche pacco che non bisogna spedire: qui, naturalmente, chiunque sarebbe un santo. Ma se il diavolo prendesse il vizio di capitarti a tiro ogni giorno, ecco che anche se tu non volessi intascare, sarebbe lui stesso a farteli scivolare in mano. Per te, certo, è dolce la vita, con un figlioletto solo, mentre alla mia Praskov’ja Fedorovna, fratello, Dio ha elargito tanta grazia, che non passa anno che non ne sforni uno: se non è Praskuska, è Petrusa; qui, fratello, sarebbe tutt’altra musica”. Così dicevano i funzionari, e se sia realmente possibile resistere al diavolo, non spetta all’autore giudicare.

Nel consiglio radunatosi quella volta si notava chiaramente la mancanza di quella cosa indispensabile che la gente semplice chiama buon senso. In generale noi non siamo fatti per le sedute rappresentative. In tutte le nostre riunioni, a cominciare dall’assemblea della comunità contadina fino a tutti i possibili comitati scientifici e simili, se non vi è un unico capo che dirige tutto, regna il caos completo. È perfin difficile dire perché; si vede che siamo gente fatta così, da noi hanno successo soltanto le associazioni create per far baldoria o pranzare, come circoli e ogni sorta di ritrovi in stile tedesco. Eppure l’intenzione, magari di fare tutto, non manca mai. Di colpo, a seconda di come soffia il vento, organizziamo società di beneficenza, d’incoraggiamento e chi più ne ha più ne metta. Lo scopo sarà bellissimo, ma non ne uscirà nulla. Forse succede così perché restiamo subito soddisfatti dell’inizio e crediamo già che sia tutto fatto. Per esempio, ideata qualche società benefica per i poveri



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