Le avventure di Guizzardi by Gianni Celati

autore:Gianni Celati [Celati,Gianni]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2023-01-06T00:00:00+00:00

Allo sciacquino Mantovani gli è insorta un bel mattino l’dea pessima di ammaestrare me nel furto e ladrocinio di signori passanti cioè per suo utile onde diventasse milionario. Ciò che a furia di proteste altissime e piedi in terra battuti non accettando io invece mi obbligava accettare lui col lancio di pesanti minacce e anticipo di qualche pedata nel mio didietro. Spiegatomi come destramente si estrae denari da una tasca forestiera egli andava per strade in caccia di preda così dicendo: “Questo qui no”. E: “Questo qui è scalzacane”. E: “Questo qui è miserabile”. Ossia applicando a tutti l’occhio dell’intenditore. E insomma per venire alla sostanza presto del racconto a d’un tratto urta un vecchio uomo dal ricco vestito e cappello a fungo nel cozzo naturalmente facendoglielo scappar via. Lì per lì intendeva il signore insuperbirsi con le repliche dell’offeso per l’atto villanzone e Mantovani però assai furbo volevasi dare dell’offeso pure lui e chi sa perché. Di modo nella finta arrabbiatura abbrancarlo il signore e trovare la via del bottino. Poi qui mi tocca me fare la comparizione in vista di grande sforzo a dividerli. Laonde intanto con le mie ditine carpire il cosiddetto maltolto. E come dico ci riuscivo benissimo al pari di rinomato malandrino solo che il signore si dava alla protesta: “Sono derubato!” Io gli ho fatto un sorriso restituendo il suo per impressione che non ero molto colpevole. Ma quello non bada volendo soltanto adunare gente con il pronostico: “In galera!” La cosa dopo che ho visto eravamo noi due soci accerchiati entro un monte di brutti ceffi i quali ostentavano il duro disprezzo della gente oltre affibbiarci il nome poco onorevole: “Ladri!” Allora qua lo strano Mantovani alza braccia al cielo come se disperazione dolorosa l’abbia punto subitamente nel cuore. Dipoi ratto si dedica a darmi sberle fitte a me sul capo e guance e drammatico impazza: “Cosa hai combinato disgraziato?” Siccome rivolto a tutti gli spiegava con gran facciatosta avere io quella malattia di rubare al prossimo in quanto sarei cariato di cervello poveretto che non ci colpo. Al che tutti i convenuti si affacciavano a osservarmi il volto e all’istante riconoscevano: “È proprio vero!” Perché secondo loro: “Guarda che occhi da matto!” Il signore ricco invece dalla voglia di avvertire le guardie preferiva pensare si tratti falsa messa in scena che diceva: “A me non me la fate voi due!” E io figurando la gattabuia mandavo un gemito come a esempio un cane che tema le botte. Ciò che aveva poi l’effetto di muovere la sua attenzione a scrutarmi dappresso. E anche lui concludeva con la sentenza: “Costui è davvero demente!” E guardatomi allarmato un altro po’: “Bisogna internarlo!” Lo sciacquino si è detto d’accordissimo. E così dopo ci lasciavano partire tra i lamenti inesauribili del Mantovani il quale si prendeva il sollievo di maledire me e la mia testa pubblicamente avendosi l’approvazione di tutti per tale sfortuna costituita da un compagno citrullo. Simile accaduto tuttavia non lo scoraggia in altro giorno successivo il gigante a ricominciare le molestie daccapo affinché gli recassi molti denari rubati.

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