Le ceneri del passato: Il cinema racconta la Grande guerra (Italian Edition) by Giuseppe Ghigi

Le ceneri del passato: Il cinema racconta la Grande guerra (Italian Edition) by Giuseppe Ghigi

autore:Giuseppe Ghigi [Ghigi, Giuseppe]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
ISBN: 9788849841848
editore: Rubbettino Editore
pubblicato: 2014-05-13T22:00:00+00:00


I boches urinano con i piedi

Il cinema francese si muove in sintonia con la mentalità sociale e culturale entrata in armi affiancandosi alle armi vere. Un certo dottor Bérillon pubblica nel 1915 un trattato dal titolo Bromidrose fétide de la race allemande, nel quale sostiene che i tedeschi hanno un’attività esasperata di ghiandole secretorie maleodoranti: «La principale peculiarità organica del tedesco di oggi risiede nel fatto che, impotente a espletare, grazie alla sua sola funzione renale, l’eliminazione degli elementi urici, si avvale anche nella sudorazione plantare. Tale concezione può essere espressa dicendo che il tedesco urina con i piedi»7. Lo studio di Bérillon è presentato ufficialmente all’Accademia di medicina senza sollevare ironiche obiezioni, il che fa ben capire quale sia il clima scientifico del tempo: i tedeschi puzzano perché sono di un’altra razza organicamente diversa da quella francese. Il capitano Augustin Cochin, il giorno prima di morire sulla Somme nel luglio del 1916, esprime in una lettera l’odio razziale nei confronti dei tedeschi: «È sgradevole essere uccisi dietro un terrapieno da animali di tal fatta. Essi hanno un odore speciale, fortissimo, di cui non ci si libera più quando si vive, al pari di noi, nelle loro retrovie, e di speciale hanno anche i pidocchi, i famosi grandi pidocchi a croce di ferro»8.

La teutonofobia francese aveva alle spalle anche una corposa letteratura popolare, definita da Marc Angenot roman revanchard9 (tra i titoli più celebri: Orphelins d’Alsace, L’Espionne du Bourget, Le Passeur de la Moselle), nella quale si faceva ricorso a una fisiognomica ben definita dei tedeschi: grossi, grassi, panciuti, con la faccia larga, colossali mangiatori di salsicce, spioni, brutali, avari, teste quadre ricoperte per forza da un elmetto con la punta. Dopo il ’14 alle caratteristiche fisiognomiche si aggiungono altri elementi: stupratori, assassini di bambini, unni, barbari incolti, subumani puzzolenti che urinano, come abbiamo visto, con i piedi. In un articolo dell’«Écho de Paris» del dicembre del 1917 si legge: «I tedeschi sono più feroci dei topi di fogna. Non bisogna salire troppo in alto nella fauna. Il topo di fogna è l’emblema più fedele della loro razza. È come loro vorace, feroce, pullulante. Per salvarci dai suoi attacchi si impone un radicale sistema di sterminio»10. Una volta entrati in guerra, la germanofobia di stampo razziale contagia anche gli americani. Nel 1917, appare un famoso manifesto disegnato da H. R. Hopps che concentra sia l’ossessione degli statunitensi per l’invasione nemica, la sindrome Lusitania (che analizzeremo successivamente), sia la propagandistica rappresentazione dei boches ormai consolidata in Europa. Lo slogan è chiaro: «Destroy This Mad Brute»; il bruto è un gorilla che ha nella mano destra una clava con la scritta Kultur, mentre con la sinistra imprigiona il corpo seminudo di una giovane donna, il corpo della nazione e il corpo delle donne americane; sulla testa indossa l’elmo chiodato con inciso: Militarism. Il King Kong tedesco ha ormai passato l’oceano e poggia le zampe sul suolo americano, mentre all’orizzonte ha lasciato rovine (si intravede la sagoma delle macerie della cattedrale di Reims)11.



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