Le città del domani by unknow

autore:unknow
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2003-12-31T16:00:00+00:00

I soldati avrebbero lanciato il loro attacco nelle ultime ore della notte. Non erano ancora certi di cosa Sholl avesse intenzione di fare. Sapevano solo che aveva un piano, e il loro compito era portarlo in quell'edificio. Quanto a Sholl, non riusciva a pensare troppo a lungo all'impresa che quegli uomini e quelle donne si accingevano a compiere: la fiducia che nutrivano, ciò che erano disposti a fare per lui, senza neanche conoscere davvero la sua storia.

Passò le ore prima dell'assalto discorrendo tranquillamente col colonnello. Non c'era alcun bisogno, gli disse, che l'ufficiale andasse con lui o portasse con sé le sue truppe. Sholl era pronto ad andare, e i soldati avrebbero potuto aspettarlo lì. Era sincero: si sarebbe sentito davvero meglio se í suoi compagni fossero rimasti dove si trovavano adesso, rifiutandosi di fare anche un altro passo insieme a lui. Ma non fu sorpreso dal rifiuto dell'ufficiale, e lo accolse con rassegnazione e tristezza, in egual misura.

I soldati portarono avanti le loro azioni di routine, svolgendole come fossero dei tic - controllare e ricontrollare l'equipaggiamento, assicurarsi che le cinghie con le munizioni fossero ben salde, esercitarsi a prendere la mira coi fucili - e Sholl restò in piedi nell'oscurità del negozio nel quale si erano fermati, gli occhi puntati sul suo obiettivo.

Non conosceva i costumi o le regole di quel nuovo territorio, e sospettava che fossero incomprensibili. Eppure, riconosceva una certa logica nella scelta del nascondiglio del Pesce dello Specchio, e il fatto che la capiva non lo convinse che fosse di conseguenza sbagliata.

Poteva essere una sorta di nevrosi, un piacere masochistico. Essere circondati dalle prove della tua schiavitù: attraversare corridoi simili a macchine del tempo, dove le forme e i colori diversi dei tuoi carcerieri si snodano per millenni di storia fino a incontrare le figure di quelli del passato più recente; la gioia ti deriva dal fatto che sei passato sotto tutti loro, e te li ricordi, ma adesso sei libero. Farsi una casa in una cella di prigione… un'ironia amara, ma aveva senso.

Il Pesce dello Specchio viveva nel British Museum. Nel cuore del museo, così gli aveva detto il vampiro. Circondato dai resti di uomini e donne dell'antica America, da simboli delle culture orientale, greca ed egizia. Oggetti che gli imago erano stati obbligati a costruire, ovunque si riflettevano. Il Pesce dello Specchio viveva in corridoi fatti di tempo, di cattività, e li percorreva, libero.

Sholl non sapeva cos'altro ci fosse, lì dentro. Forse nulla. Non c'era movimento sugli scalini bianchi, nel prato davanti l'edificio. I cancelli erano aperti.

«Lasciate che vada da solo» sussurrò con improvvisa, assoluta convinzione.

Quando lo ripeté a voce abbastanza alta perché potessero sentirlo, i soldati discussero quella richiesta, dapprima con rispetto, ma ben presto si infervorarono.

«Non puoi entrare lì da solo!» gli urlò il colonnello, e Sholl a sua volta rispose a gran voce che sarebbe andato dove voleva, da solo o no. I soldati accamparono delle motivazioni etiche contro di lui - non è il tuo fottuto combattimento, noi dobbiamo venire

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