Le cose che non ho detto by Azar. Nafisi

Le cose che non ho detto by Azar. Nafisi

autore:Azar. Nafisi [Nafisi, Azar.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788845924347
Amazon: 8845924343
editore: Adelphi
pubblicato: 2009-10-15T00:00:00+00:00


Sentivo una forte attrazione per chi mi stimolava intellettualmente.

Forse questo l'avevo ereditato dai miei genitori: l'amore di mio padre per la letteratura e la filosofia, e la passione di mia madre per la discussione politica. Prima di Woody Allen la strada era stata lunga.

Tra i dieci e i tredici anni il mio attore preferito fu Yul Brynner, - lo adoravo anche per il suo amore infelice per Deborah Kerr, e collezionavo delle sue foto. Mio padre disapprovava quella mia passione, e un pomeriggio, quando una sua foto scivolò fuori dal libro che stavo leggendo, mi prese l'intera collezione delle foto di Yul, come lo chiamavo io affettuosamente, e me le stracciò tutte. Poi fu la volta di Dirk Bogarde, col suo sorriso enigmatico e gli occhi che sembravano sempre guardare lontano. Continuò a piacermi, anche quando scoprii desolata che non gli interessavano le donne. Fu solo attorno ai vent'anni che mi innamorai di Woody Allen. Le mie compagne erano esterrefatte, ma io non potevo farci niente: il cuore fa quel che vuole, per citare il maestro. Quando mi innamorai di Mehran Osuli, stavo lasciando Yul Brynner per Dirk Bogarde. Mehran era bello, alto, aveva capelli e occhi castani, e una voce meravigliosa e suadente. Aveva un fisico da giocatore di football americano, ma l'aria di chi vuole diventare un grande scrittore, o un filosofo. La mia infatuazione iniziò quando avevo quindici anni e lui ventuno, e frequentava il secondo anno di Legge all'Università di Teheran. Era uno dei quattro bellissimi fratelli di una mia giovane zia, - la moglie di zio Hussein -, tutti molto popolari tra le ragazze. Mehran era il più serio, e non sembrava interessato alle ragazze che gli facevano il filo. Ricordo esattamente quando mi innamorai di lui. Eravamo a cena a casa sua, con zio Hussein e la sua giovane moglie, e discutevamo appassionatamente della Natura dell'Amore. Mehran non sembrava molto interessato e si limitava a buttar lì ogni tanto qualche osservazione. Aveva una voce meravigliosa, che mi mozzava il fiato. Dopo un po', di colpo, ci trovammo a parlare solo noi due. Io tirai fuori la storia di Rudabeh e Zal, poi quella di Mathilde e Julien Sorel, e lui citò alcuni famosi versi persiani. Mehran, che amava il ruolo dell'eroe romantico che soffre d'amore non corrisposto, mi fece credere di essere innamorato della sorella più grande del suo migliore amico. La storia tra noi due iniziò con le sue infinite descrizioni di lei nei minimi dettagli. Io lo ascoltavo affascinata. Un giorno mi raccontò della prima volta che si era dichiarato. Ricordo esattamente la scena, come se fossi stata presente anch'io, nascosta dietro la tenda della sala. E dopopranzo, tutti se ne vanno e restano da soli loro due.

Sono in piedi accanto al tavolo, e suona una canzone d'amore. Lei fa per andarsene, ma lui la trattiene. «Aspetta, devo dirti una cosa». Nella mia immaginazione, lei si gira, forse sorpresa, forse no, e sorride in silenzio. Erano le sue storie, adesso che ci ripenso, la cosa che mi attraeva in lui, più della sua prestanza fisica.



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