Le Cronache Del Ghiaccio E Del Fuoco: Il Trono Di Spade by George R. R. Martin

Le Cronache Del Ghiaccio E Del Fuoco: Il Trono Di Spade by George R. R. Martin

autore:George R. R. Martin [Martin, George R. R.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy, General, Fiction
ISBN: 9788804494065
Google: 5qnEAAAACAAJ
editore: A. Mondadori
pubblicato: 2001-02-14T23:00:00+00:00


essuna minaccia, mia lady

«N

di Arryn. È una promessa.»

«Tu non puoi farci del male!» Il piccolo lord Robert era saltato in piedi, lasciando cadere la bambola. «Nessuno può farci del male quassù! Diglielo, madre. Digli che non ci può fare del male.» Aveva cominciato a tremare.

«Il Nido dell'Aquila è inespugnabile.» Lady Lysa aveva attirato a sé il bambino, racchiudendolo nel protettivo cerchio delle sue braccia grassocce. «Il Folletto sta solo cercando di

tesoro. I Lanni-

spaventarci, mio dolce

ster sono tutti bugiardi. Nessuno farà del male al mio tesoro.»

E per l'inferno, la donna aveva ragione. Tyrion aveva sperimentato cosa c'era voluto per arrivare fin lassù, e poteva immaginare quale fine avrebbero fatto cavalieri in armatura che avessero cercato di andare all'attacco mentre frecce e pietre grandmavano dall'alto e i soldati Arryn combattevano palmo a palmo. Incubo era solo una pallida descrizione di che cosa sarebbe stato quell'ipotetico attacco. Nessuna sorpresa che mai il Nido dell'Aquila fosse stato preso.

«Non inespugnabile» aveva continuato Tyrion senza riuscire a fermarsi.

«Semplicemente poco conveniente.»

«Tu sei un bugiardo.» Lord Robert gli aveva puntato contro un indice voglio vederlo vol

tremante. «Madre,

are.» Due armati in cappe blu aveva-

no afferrato Tyrion per le bracci

o

a s llevandolo da terra.

Solo gli dei sapevano cosa sarebbe accaduto se non fosse intervenuta Catelyn Stark, che era in piedi a lato dei troni. «Devo ricordarti una cosa, sorella» aveva detto. «Quest'uomo è mio prigioniero. E non permetterò che gli venga fatto alcun male.»

Lysa Arryn aveva lanciato alla sorella uno sguardo carico di ostilità, poi si era alzata e aveva puntato dritto su Tyrion, le lunghe gonne che si trascinavano dietro di lei. Per un momento, il Folletto era stato certo che l'avrebbe colpito, invece aveva ordinato alle guardie di lasciarlo andare. L'avevano gettato al suolo. Le gambe gli avevano ceduto e Tyrion era crollato.

Doveva essere stato proprio un bello spettacolo guardarlo lottare per rimettersi in piedi, poi la gamba destra aveva avuto uno spasmo e l'aveva fatto cadere di nuovo. Una risata generale aveva riempito la sala grande degli Arryn.

«L'ospite di mia sorella sembra troppo stanco per reggersi in piedi» aveva annunciato lady Lysa. «Ser Vardis, portalo via. Un periodo di riposo in una delle nostre celle del cielo non potrà fargli che bene.»

Le guardie erano tornate a sollevarlo. Tyrion Lannister, rosso di vergogna, era rimasto appeso, le gambe che scalciavano debolmente nell'aria.

«Mi ricorderò di questo» disse a tutti i presenti mentre lo portavano fuori.

Se n'era ricordato, certo. All'inizio si era consolato pensando che non sarebbe durata a lungo. Lysa Arryn voleva umiliarlo, niente di più. Avrebbe tirarlo fuori da là, e

mandato qualcuno a

presto. Se non l'avesse fatto lei,

Catelyn Stark avrebbe voluto interrogarlo. E quando questo fosse accaduto, lui avrebbe controllato la sua lingua. Non avrebbero osato ucciderlo: lui rimaneva pur sempre un Lannister di Castel Granito e spargere il suo sangue avrebbe significato guerra. Tutto questo Tyrion aveva continuato a ripetere a se stesso.

Ora non ne era più tanto sicuro.

Forse però volevano solo lasciarlo marcire lì, ma lui non ce l'avrebbe fatta a reggere troppo a lungo. Ogni giorno che passava le sue forze dimi-nuivano.



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