Le donne della rivoluzione by Jules Michelet

Le donne della rivoluzione by Jules Michelet

autore:Jules Michelet [Michelet, Jules]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History, Europe, France, Political Science, Political Freedom
ISBN: 9788845254239
Google: SYkkAAAACAAJ
editore: Bompiani
pubblicato: 2003-10-15T10:06:46+00:00


NOTA 1 (dei curatori): Romanzo di Louvet .

NOTA 2 (dei curatori): Poema eroicomico di Boileau .

NOTA 3 (dei curatori): La bandiera rossa veniva usata dalla polizia come segnale di avvertimento prima della repressione di un tumulto .

17. CARLOTTA CORDAY

La domenica del 7 luglio 1793, era stata battuta la generale per radunare, sull'immenso tappeto verde del prato di Caen, i volontari pronti a partire per Parigi, PER LA GUERRA A MARAT .

Giunsero in trenta. Le belle signore che si trovavano sul posto con i deputati erano sorprese e deluse dall'esiguità di quel numero. Tra le altre, una sembrava profondamente afflitta: era la signorina Maria-Carlotta Corday d'Armont, giovane e bella repubblicana, di famiglia nobile e povera, che viveva a Caen con la zia. Pétion, che l'aveva vista qualche volta, pensò che la sua tristezza fosse dovuta alla partenza di un amante. Scherzando pesantemente le disse: "Vi dispiacerebbe molto, vero, se non partissero?" .

Il Girondino, disincantato da tanti eventi, non intuì il sentimento nuovo e vergine, la fiamma ardente che possedeva quel giovane cuore. Non sapeva come i suoi discorsi e quelli dei suoi amici che, sulla bocca di uomini finiti, erano solo parole, nell'animo della signorina Corday rappresentassero il destino, la vita, la morte. Sul prato di Caen, capace di accogliere centomila uomini e che ne vedeva trenta soltanto, lei aveva colto qualcosa che a tutti sfuggiva: la Patria era abbandonata .

Gli uomini facevano così poco. Entrò nell'idea che occorresse la mano di una donna .

La signorina Corday era di grandissima nobiltà, parente prossima delle eroine di Corneille, di Chimene, Paolina e della sorella di Orazio. Era pronipote dell'autore di "Cinna". Il sublime faceva parte della sua natura .

L'ultima lettera scritta prima della morte ci rivela abbastanza bene il suo spirito. Dice tutto per mezzo di una parola che incessantemente ripete: "LA PACE, LA PACE" .

Sublime e riflessiva come lo zio, alla maniera normanna fece questo ragionamento: la Legge è la Pace stessa. Chi ha ucciso la Legge il 2 giugno? (NOTA 1) Marat più degli altri. Scomparso l'assassino della Legge, la Pace rifiorirà. La morte di uno solo sarà la vita di tutti .

Questo, il suo pensiero. Della vita, che dava, non si preoccupò .

Pensiero nobile ma limitato. Vide tutto in un uomo, nel filo di una vita, credette di spezzare quello del nostro cattivo destino, recisamente, semplicemente, come spezzava, giovane laboriosa, il filo del fuso .

Non si creda di vedere in Carlotta Corday una feroce virago assetata di sangue. Anzi, fu per risparmiare il sangue che si decise a colpire. Credette di salvare tutto un mondo sterminando lo sterminatore. Aveva un cuore di donna, dolce e tenero. L'atto che si impose fu di pietà .

Nell'unico ritratto che ci resta di lei, eseguito al momento della sua morte, traspare la sua immensa dolcezza. Non c'è niente di più contrastante con il sanguinoso ricordo che evoca il suo nome. Vi si vede una giovinetta normanna, pura e luminosa come un melo in fiore. Dimostra molto meno dei suoi venticinque anni. Pare di



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