Le Gattoparde by Stefania Aphel Barzini

Le Gattoparde by Stefania Aphel Barzini

autore:Stefania Aphel Barzini [Aphel Barzini, Stefania]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2021-05-31T22:00:00+00:00


Ma Peppino non ascolta, è invaghito della ballerina e per lei è pronto a buttare in aria ogni cosa. Una sera in cui Teresa non è in casa, fa frettolosamente le valigie e abbandona la famiglia; fugge a Sanremo insieme alla sua bella, in osservanza del più trito cliché: casinò, donne e champagne. È convinto che quando si stancherà ‒ perché che si stancherà è certo, non è uomo di grandi passioni, ma piuttosto di fuochi di paglia ‒, allora se ne tornerà a casa e potrà ricominciare come prima. Questa volta però ha fatto i conti senza l’oste. Tra le cinque sorelle, Teresa è quella più simile a maman: è orgogliosa, autoritaria, volitiva, non si fa umiliare da nessuno e la sua risposta al marito sarà definitiva:

Ti scrivo perché sono sicura che martedì non tornerai. Ti sei portato le camicie da giorno e da notte[…]. Niente ha potuto strapparti alla tua nuova, vergognosa esistenza! Mi sono trovata di fronte a un’incrollabile decisione! È chiaro che non vuoi staccartene. Hai fatto di me la vittima e lo zimbello della tua ganza! Hai giocato con l’anima mia, allo stesso modo che un gatto gioca col topo che acchiappa! È troppo! Io non ho bisogno di te. Ho una reputazione assodata, ho un carattere, degli affetti, posso vivere sola dignitosamente. Ho fatto tutto quello che il cuore purtroppo, troppo tenero, mi suggeriva, per strapparti a quella maledetta femminaccia. Ho confidato in Dio, ho avuto pazienza, ho aspettato, ho fatto più di quello che avrei dovuto. Mi sono convinta ormai che altro non sei che un cinico, egoista, doppio, capace per questa donna di qualunque cattiva azione. Né tu né lei valete una mia lagrima! Amatevi pure, vi volete, e vi potete apprezzare, donna virtuosa, e uomo sincero! Ho lottato, e di fronte alla tua mala femmina depongo le armi, poiché mi ha vinto, mi ritiro. Su di me non contare più, per te io non esisto più che per odiarti e maledirti. Io voglio diventare per te un’estranea, o anche una nemica, ma giammai una moglie compiacente, tanto in buona che in mala fede […]. Da ieri sei tornato alla tattica che usavi alla Piana, vuol dire l’indegna commedia del sentimento. Credi di poter sfruttare ancora la mia bontà e la mia buona fede. Troppo tardi! […] Se mi separo riacquisto la mia pace, la mia dignità e non perdo niente.



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