Le mie confessioni by Wanda von Sacher Masoch

Le mie confessioni by Wanda von Sacher Masoch

autore:Wanda von Sacher Masoch [Masoch, Wanda von Sacher]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788845914126
Google: 5nWjAAAACAAJ
editore: Adelphi
pubblicato: 1998-10-15T04:42:28+00:00


“Je l’ai cravaché! Je l’ai cravaché!”.

Era consuetudine al Landestheater che, le sere di spettacolo, gli uomini si riunissero un po’ prima dell’apertura del teatro davanti alla pasticceria Meyer per guardare la gente che arrivava e criticarla. Anche il barone P… non mancava di andarci.

Catherine lo sapeva e, armata del suo frustino, vi si era recata per castigare colui che l’aveva calunniata.

Il barone si stava giusto accomiatando dai suoi amici, quando lei gli andò incontro e gli disse:

““Vous avez dit du mal de moi, tenez… et… tenez… crapule!””.

E così dicendo lo frustò su tutt’e due le guance.

Era stata così abile e così veloce che quando gli amici del barone frustato si raccolsero intorno a lui, lei se ne stava già andando tranquillamente per la strada.

Ciò causò un bello scandalo in tutta la città. La nobiltà era indignata che quella ‘straniera’ si fosse permessa una cosa simile; alcuni parlavano di espellerla dalla città, ma altri, più numerosi, dicevano che quella ben nota malalingua di P… aveva avuto ciò che si meritava, e che non sarebbe stato il solo a meritarsi un trattamento simile.

Wittgenstein venne a presentare le sue scuse; non sapeva, disse, che P… fosse un tale bugiardo, e aggiunse che avrebbe anche pregato Mademoiselle Strebinger, per la quale aveva molta simpatia, di perdonarlo.

Il barone P… mandò il conte Spaur e un altro amico a chiedere a Leopold se fosse pronto a battersi con lui.

Mio marito rispose che era sposato e che, se si fosse battuto per Mademoiselle Strebinger, ciò avrebbe potuto dar luogo ad equivoci.

Il capitano von C… pregò Catherine di autorizzarlo a sfidare il barone P…, ma lei non volle acconsentire a nessun costo.

I due ‘leccapiedi’ andarono a passare qualche tempo in campagna, e così il trionfo di Catherine fu completo.

Nel frattempo era giunto il giorno della prima rappresentazione dell’opera.

Non ci si poteva aspettare che Catherine avesse una grande simpatia per il compositore e per la sua opera; anzi, desiderava francamente che l’opera fosse un ‘fiasco’, e si adoperò anche attivamente in questo senso.

Ma la sorte aveva deciso diversamente.

Lei aveva acquistato venti biglietti per la rappresentazione e li aveva dati al suo servitore perché li distribuisse tra i suoi colleghi, con l’incarico preciso di fischiare con quanto fiato avessero nei polmoni ogni volta che avessero sentito applaudire. A ognuno aveva dato, in più, una gratificazione di un fiorino.

Un pubblico elegante riempiva la sala; tutti i palchi erano gremiti; le signore avevano messo i loro abiti più belli e tutti erano pieni di animazione. Il nostro palco si trovava di fronte a quello del conte Wittgenstein. Catherine si guardò intorno per cercare la sua gente; erano tutti al proprio posto.

Indossavano i loro vestiti più belli e, impettiti e dignitosi, aspettavano lo svolgersi degli avvenimenti.

Alla fine del primo atto, dai palchi si sentirono risuonare vigorosi applausi.

Catherine si mise in ascolto: non un fischio risuonò, non un rumore discorde venne a turbare gli applausi.

Guardò di nuovo i suoi uomini; essi erano proprio quelli che, con le loro mani grandi e larghe, applaudivano più



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