Le Regioni by Raffaele Bifulco

Le Regioni by Raffaele Bifulco

autore:Raffaele Bifulco [Bifulco, Raffaele]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Diritto, Farsi un'idea
editore: il Mulino
pubblicato: 2014-02-14T23:00:00+00:00


Rapporti tra Regioni ed enti locali. Le riforme legislative degli anni ’90 non si limitano ad incidere sulle Regioni, ma mettono in gioco il rapporto tra queste e gli enti locali. Un rapporto che, nel corso degli anni, è stato spesso conflittuale piuttosto che cooperativo.

Le poche disposizioni che la Costituzione del 1947 dedicava ai c.d. enti locali non delineavano un sistema di enti territoriali dai contorni precisi. Mentre l’art. 114 v.t. si limitava a indicare in Regioni, Province e Comuni gli enti in cui si ripartiva la Repubblica, l’art. 128 v.t. stabiliva che «le Province e i Comuni sono enti autonomi nell’ambito dei principi fissati da leggi generali della Repubblica, che ne determinano le funzioni». Il lettore noterà che, facendo dipendere l’autonomia comunale e provinciale dalle leggi dello Stato, i costituenti ponevano le premesse per un rapporto privilegiato (nel senso che escludevano le Regioni dal rapporto medesimo) tra enti locali e Stato. A rafforzare questa conclusione c’erano poi il principio, già esaminato, posto dall’art. 118 co. 1, in base al quale spettava ancora allo Stato l’attribuzione agli enti locali delle funzioni amministrative di interesse esclusivamente locale, e dall’VIII disp.trans., secondo cui, finché non si fosse provveduto al riordinamento e alla distribuzione delle funzioni amministrative tra gli enti locali, restavano alle Province e ai Comuni le funzioni da essi svolte fino a quel momento.

La predilezione per un rapporto Stato-enti locali, in cui era appunto lo Stato ad assumere il ruolo di supremo garante dell’autonomia locale, era però messa in discussione da altre disposizioni costituzionali che sembravano privilegiare un rapporto più diretto tra Regioni ed enti locali. Abbiamo già fatto riferimento all’art. 118 v.t. nel suo complesso: la Regione è pensata come ente di direzione e programmazione, che utilizza le strutture amministrative locali e quindi collabora con esse; inoltre è un organo della Regione a controllare gli atti di Comuni e Province; infine, su molte delle materie di competenza legislativa regionale, i Comuni o le Province esercitano proprie competenze amministrative. Insomma, da queste altre disposizioni si ricava un’impressione opposta a quella precedente: è la Regione l’ente istituzionale di immediato riferimento degli enti locali.

La peculiarità della disciplina costituzionale degli enti locali è apprezzabile soprattutto se collocata in una più ampia cornice comparatistica. L’analisi (anche sommaria) degli ordinamenti degli Stati federali ci mostra infatti un dato costante riguardante le relazioni intergovernative, vale a dire l’attribuzione della competenza a disciplinare gli ordinamenti degli enti locali ai singoli Stati membri (da noi le Regioni) piuttosto che alla Federazione (da noi lo Stato).

Anche da questo punto di vista, dunque, la Costituzione italiana provvedeva a mettere in piedi un modello di relazioni intergovernative con tratti indefiniti o comunque aperti ai rapporti di forza che si sarebbero sviluppati successivamente. Nella realtà, ad avere la prevalenza è stato il primo tipo di rapporti, quello cioè che vedeva nello Stato il tutore degli enti locali. In effetti il rapporto privilegiato tra Stato ed enti locali ha segnato gran parte della storia delle autonomie territoriali del secondo dopoguerra. Come si è visto,



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