Le tre ragazze by Rex Stout

autore:Rex Stout
La lingua: ita
Format: azw3, epub
Tags: Giallo
editore: MONDADORI
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

6

In circostanze normali, probabilmente era una buona guidatrice, ma quella sera era fuori di sé. Quando svoltammo nella Centocinquantacinquesima Strada, sentii uno stridore dalla mia parte, mentre sfregavamo contro il paraurti di una macchina ferma.

Ci dirigemmo verso Coogan's Bluff e Lila s'infilò tra due tassì, passandoci per un pelo. Tutti e due gli autisti la coprirono di improperi. Fermandosi a un semaforo, voltò la testa per dirmi: «Si tratta di mio zio Dan. Ieri sera è venuto da me e mi ha chiesto…»

Ingranò la marcia e schizzammo in avanti. Le domandai: «Facciamo la West Side Highway?»

«Sì, è più corta.»

«Lo sarà se ci arriveremo. Cercate di concentrarvi sulla guida, parleremo dopo, del resto.»

Riuscì a imboccare l'autostrada senza altre collisioni con le macchine che incontrammo. Il tachimetro era sugli ottanta chilometri, quando parlò di nuovo: «Se vi dico tutto, dopo non posso più cambiare idea. Mio zio voleva che convincessi Bill a truccare la partita. Mi ha detto che ci avrebbe dato diecimila dollari. Non volevo neanche parlarne a Bill, ma lo zio ha insistito. Sapevo che cosa avrebbe risposto mio marito…»

S'interruppe per superare una macchina mentre ne arrivava un'altra a tutta velocità. Slittò tra i due veicoli, rimettendosi in carreggiata per miracolo. «Sentite» esclamai «se continuate così, al massimo guadagnerete due minuti di tempo, ma se vi fermano per eccesso di velocità ne perderete dieci e per giunta dovrete pagare la multa. Guidate, ma non cercate di parlare nello stesso tempo. Aspettate finché non saremo fermi.»

Non discusse, ma mantenne una velocità sostenuta. Mi voltai per tener d'occhio il finestrino posteriore e restai così finché non raggiungemmo la Cinquantasettesima Strada. Dopo aver imboccato altre due strade, Lila bloccò l'automobile vicino al marciapiede.

«Sentiamo tutto, ora» dissi. «Vostro zio Dan è un giocatore?»

«No.» Si voltò a guardarmi. «Tremo di paura. Guardate le mie mani. Ho paura di lui.»

«Che tipo è?»

«Ha una drogheria. È là che andiamo. So che cosa ne pensa Helen. Secondo lei, avrei dovuto denunciare la cosa, ma non ho potuto. I miei genitori sono morti quando ero piccola e zio Dan è stato sempre buono con me. Se non fosse stato per lui, sarei cresciuta in un orfanotrofio. Bill voleva parlarne ad Art Kinney, ieri sera, ma non l'ha fatto per me. Per la stessa ragione non ne parlerà neanche ai poliziotti.»

«Se non l'ha ancora fatto, lo farà, prima o poi.»

Scosse la testa. «Conosco Bill. Avevamo deciso di non aprir bocca, perciò non parlerà. Prima di accennare a che cosa voleva, zio Dan mi ha fatto promettere che non lo avremmo tradito.»

Grugnii. «Ha corso un bel rischio, comunque. Se ha spiegato come drogare il Beebright, perché non…»

«Ma non ha detto che cosa avremmo dovuto fare! Si è limitato ad affermare che esisteva un modo facile. Non è entrato nei particolari perché Bill non ne ha voluto sapere.»

La guardai. «Ne siete sicura? Potrebbe averne parlato con Bill da solo.»

«Non avrebbe potuto. Siamo rimasti sempre insieme.»

«Questo è accaduto ieri sera?»

«Sì.»

«A che ora?»

«Verso le otto. Avevamo cenato presto, con Helen e Walt Goidell, e quando siamo tornati a casa, abbiamo trovato zio Dan che ci aspettava.

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