Le voci del muro by Patricia Carlon

Le voci del muro by Patricia Carlon

autore:Patricia Carlon [Carlon, Patricia]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-01-30T03:18:20+00:00


Voglio che il loro matrimonio si consolidi e Murray è un po‘ incosciente riguardo ai soldi. Potrebbe sperperarli e poi Val potrebbe prendersela con Murray, giustamente, è ovvio, ma questo non aiuterebbe in alcun modo il loro matrimonio.

— Mi dica, le dispiacerebbe se facessi accordare quel piano e lo usassi un po‘?

Il suo doppio battito di palpebra fu rapidissimo, quasi frenetico. Sarah vide la sorpresa e lo sconcerto sulla faccia di Palmer che aggiunse lentamente: — Le dispiace? Non lo rovinerò, sa, e troverò uno specialista per metterci le mani. È un buon pezzo ma trascurato.

La stava guardando in attesa di qualche segno che dimostrasse che aveva cambiato idea. Quando non ci fu niente, aggrottò leggermente le sopracciglia, limitandosi a dire: — Va bene, allora. Sarà lasciato rigorosamente in pace.

Me ne occuperò io.

Così almeno quella possibilità era fallita, pensò compiaciuta, provando l‘inebriante soddisfazione di aver manipolato gli eventi. Ma la soddisfazione svanì quando si rese conto che Palmer non le avrebbe chiesto però il permesso di toccare la finestra della sua camera o di sedersi sotto il quadro con la grande cornice o di andare nella stanza della doccia e di stare vicino a quello specchio pericoloso.

Poi chiese: — C‘è qualcos‘altro al piano di sotto che non vuole venga toccata? La decisione è sua. Farò in modo che sia rispettata. — La sua risposta negativa tardava ad arrivare: come poteva comunicargli che tutto nascondeva una trappola mortale, come avevano detto Murray e Val; egli fece un cenno col capo, soddisfatto e disse:

— Mi dica, Val e Murray hanno mai discusso del futuro, quando io me ne sarò andato? Non andato a casa, voglio dire, morto?

Ci fu un debole sorriso sulle sue labbra. E lì rimase quando Sarah rispose positivamente e lui chiese: — Pensano che saranno felici con il denaro? — e alla sua immediata risposta: — Una domanda assurda, naturalmente. Chi non sarebbe felice con più soldi? Forse quello che volevo dire era, sono felici ora?

Il sorriso svanì di fronte al suo diniego deciso. — Lo immaginavo — ammise depresso. — Oh, apparentemente va tutto bene ma ci sono dei segnali… ma lei ha detto che pensavano che il denaro li avrebbe resi felici. Sono senza soldi allora? Forse

— disse pensandoci — potrei disporre qualcosa adesso per il presente e non farli aspettare.

La speranza si riaccese in Sarah per svanire però con la consapevolezza che qualsiasi somma avessero ricevuto, quasi certamente avrebbero voluto di più, qualsiasi cosa avessero ricevuto sarebbe rimasta lei come problema, il testimone muto che un giorno avrebbe potuto smettere di essere muto, che avrebbe scovato Palmer per dirgli che cosa la parete le aveva sussurrato.

— Sarah… — il nome venne come se da tempo fosse abituato a usarlo, portando calore al freddo racchiuso dentro di lei —…sono contento che non è mia. Val, voglio dire. Posso guardare alle cose senza pregiudizi. Voglio dire che se fosse mia figlia sarei costretto a prendere le sue parti, a esserne influenzato, a tormentarmi, penso, per i suoi problemi dal suo punto di vista.



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