L'educazione by Tara Westover=

L'educazione by Tara Westover=

autore:Tara Westover= [Westover=, Tara]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788807032936
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2018-05-29T22:00:00+00:00


19.

In principio

Alla fine del semestre tornai a Buck Peak. Nel giro di qualche settimana la Brigham avrebbe comunicato i risultati, e allora avrei saputo se potevo tornare in autunno.

Continuavo a scrivere sui miei diari che non sarei tornata in discarica. Avevo bisogno di soldi – il papà avrebbe detto che ero più al verde di un bosco a primavera –, così cercai di tornare da Stokes. Mi presentai un pomeriggio all’ora di punta, quando sapevo che sarebbero stati a corto di personale, e infatti quando entrai trovai il direttore che imbustava la spesa ai clienti. Gli chiesi se voleva lasciar fare a me e mi guardò per ben tre secondi, poi si sfilò il grembiule dalla testa e me lo porse. La vicedirettrice mi fece l’occhiolino: era stata lei a consigliarmi di venire a quell’ora. C’era qualcosa in Stokes – nelle sue corsie dritte e pulite e nel personale gentile – che mi dava un senso di calma e felicità. È una cosa strana da dire di un supermercato, ma mi sentivo a casa.

Il papà mi stava aspettando quando entrai dalla porta sul retro. Vide il grembiule e disse: “Quest’estate lavori per me”.

“Lavoro da Stokes,” risposi.

“Ti credi troppo in gamba per i rifiuti?” Aveva alzato la voce. “Questa è la tua famiglia. Il tuo posto è qui.”

Aveva il volto tirato, gli occhi iniettati di sangue. Usciva da un inverno terribile. In autunno aveva investito un sacco di soldi in attrezzature nuove – una scavatrice, una piattaforma aerea e un carrello saldatore. Adesso era primavera e non gli restava più nulla. Luke aveva accidentalmente dato fuoco al carrello, riducendolo in cenere; la piattaforma era caduta da un rimorchio perché qualcuno – non chiesi mai chi – non l’aveva fissata bene; e la scavatrice era finita nel mucchio di rottami quando Shawn, dopo averla caricata su un gigantesco rimorchio, aveva preso una curva troppo velocemente, facendo ribaltare sia il camion che il rimorchio. Con una fortuna del diavolo, Shawn era riuscito a strisciare fuori da quel disastro, anche se aveva battuto la testa e non ricordava cosa era accaduto nei giorni prima dell’incidente. Camion, rimorchio e scavatrice erano andati distrutti.

Il papà aveva la determinazione scolpita sul volto. Era nella sua voce, nella sua asprezza. Doveva tirarsi fuori da quel punto morto. Si era convinto che se facevo parte della sua squadra ci sarebbero stati meno incidenti, meno contrattempi. “Sei più lenta della pece che scorre in salita,” mi aveva detto un sacco di volte. “Ma almeno non sfasci nulla.”

Non potevo accettare, sarebbe stato come fare un passo indietro. Ero tornata a casa, nella mia vecchia stanza, alla mia vecchia vita. Se ricominciavo a lavorare per il papà, a svegliarmi ogni mattina, infilarmi gli scarponi dalla punta d’acciaio e trascinarmi in discarica, sarebbe stato come se gli ultimi quattro mesi non fossero mai esistiti, come se non me ne fossi mai andata.

Mi chiusi in camera mia. La mamma venne a bussare un momento dopo. Entrò senza fare rumore e si sedette così delicatamente che quasi non sentii il suo peso sul letto.



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