Leonardo by Stefano Zuffi

Leonardo by Stefano Zuffi

autore:Stefano Zuffi [Zuffi, Stefano]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2019-04-18T07:33:00+00:00


Ritratto di musico, 1485-1490

Milano, Pinacoteca Ambrosiana

Leonardo assapora con piacere una zuppa di cipolle, insaporita con crostoni di pane abbrustolito sul fuoco e formaggio filante. Tra una cucchiaiata e l’altra riprende il discorso.

“Ti parlo da pittore a pittore, caro Francesco: segui il mio ragionamento.

Il buon pittore ha da dipingere due cose principali: cioè l’uomo e il concetto della mente sua. Le figure che dipingiamo non sono belle se non trasmettono quello che sentono nell’anima: il pittore che dipinge solo per abitudine, per mestiere, è come uno specchio, che riflette le cose davanti a sé senza conoscerle veramente. Le più evidenti espressioni che possiamo riconoscere su un volto nascono dal ridere, piangere, gridare, cantare con toni acuti o profondi; e poi i sentimenti di ammirazione, ira, gioia, malinconia, paura, dolore e così via. Il corpo e le mani, con i loro movimenti, rendono ancora più evidenti le espressioni: ma non bisogna esagerare, altrimenti una scena tranquilla si trasforma in una rissa o in una girandola di ubriachi. Naturalmente, poi, il fisico cambia con l’età: i bambini non hanno le stesse proporzioni degli uomini anziani E allora, per rappresentare bene il movimento e il corpo umano, noi pittori dobbiamo studiare l’anatomia. Non basta osservare le facce e i muscoli, bisogna capire come funziona tutto il sistema: ossa, giunture, legamenti, vene, perfino il battito del cuore.

A Milano mi sono davvero appassionato allo studio del corpo umano: nell’ospedale Maggiore, quella che voi chiamate la Ca’ Granda, la grande casa degli ammalati, ho potuto aprire e sezionare almeno dieci cadaveri.

Sì, lo so… non sono discorsi da fare a tavola. Ma non c’è altro modo per studiare il corpo: e, anzi, ho avuto cura di ripetere le osservazioni molte volte per vedere le differenze, pulendo bene il sangue, alzando e sollevando la pelle, le membra, le delicate giunture, i tendini.

All’inizio, devo ammettere, mi capitava spesso di vomitare. E quando riuscivo a tenere a bada lo stomaco, dovevo combattere con la paura di trovarmi al buio, con quei corpi scorticati e spaventosi.

Ma alla fine, ecco, guarda qua. I disegni che ho ricavato con la massima cura possibile di ogni dettaglio: articolazioni, ossa, cranio, perfino gli organi interni.

Quale descrizione potrebbe dare un’idea altrettanto perfetta del corpo umano? Un disegno ben fatto è molto meglio di lunghissime e noiose spiegazioni.

Poi, naturalmente, c’è l’infinita varietà dei volti. Non hai mai visto come i passanti si girano a guardare un bel viso tra folla? E pensare che adesso, per imitarmi o addirittura per copiarmi, i pittori fanno sempre gli stessi lineamenti…

Eppure, basterebbe guardare la mia Ultima Cena, sulla parete del refettorio dove mangiano i frati domenicani, proprio davanti a quel bel pezzetto di vigna che mi ha regalato il Moro.”

“Conosco molto bene quel capolavoro, maestro. Tutti gli artisti lombardi passano giorni interi ad ammirarlo! Peccato che stia già cominciando a guastarsi… mi dicono che dal muro si staccano frammenti di intonaco.”

“Oh, purtroppo lo so. Quando sono tornato a Milano, pochi anni fa, ho già dovuto riparare i primi danni! Certo, quel muro



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