L'eredità di Mrs Westaway by Ruth Ware

autore:Ruth Ware [Ware, Ruth]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Corbaccio
pubblicato: 2019-05-26T22:00:00+00:00

8 dicembre 1994

Abel è tornato da Oxford oggi. Le lezioni erano finite lo scorso fine settimana, ma lui ha preso la strada di ritorno più lunga ed è passato a trovare un amico in Galles, trascinando i piedi. Non lo biasimo per la sua riluttanza. Harding, che non ho ancora conosciuto, ha inviato un breve messaggio dove diceva che lo studio di commercialisti per cui lavora a Londra non poteva sostituirlo, e perciò non sarebbe riuscito a essere a casa per Natale. Quanto a Ezra, la sua scuola non chiuderà i battenti ancora per un’altra settimana.

Ho avuto la notizia del suo arrivo quando Maud ha drizzato la testa come un collie che abbia sentito un rumore. Eravamo nel soggiorno, l’unica stanza riscaldata a parte il salottino della zia. Ce ne stavamo accoccolate accanto al fuoco, io impegnata in un solitario e Maud che leggeva ascoltando contemporaneamente qualcosa dal walkman. Mi stavo spremendo le meningi su una stesura particolarmente intricata, quand’ecco che lei si è tolta di colpo gli auricolari.

«Accidenti», ha detto. «Sembriamo uscite dritte dritte da quel cazzo di Piccole donne. Cosa...»

Si è interrotta di colpo con l’orecchio teso all’esterno e poi, prima che potessi chiederle che cosa avesse sentito, ecco che stava già correndo lungo il corridoio verso il portone.

«Al!» lo ha chiamato a gran voce, e poi il suo grido di risposta, così sono uscita anch’io, in tempo per vederla gettarsi tra le sue braccia. Lui l’ha sollevata e fatta ruotare tutto intorno mentre lei protestava tra strilli e risate.

«Ciao, Abel», ho detto intimidita, e lui mi ha rivolto un cenno sopra la testa di Maud e l’ha messa giù sul tappeto dell’atrio.

«Ciao, Maggie.»

E basta. Il tipo di saluto che si fa a una sconosciuta, o a una conoscente di passaggio. Ha preso su la valigia e, con un braccio intorno alle spalle di Maud, ha ripreso a parlarle dei suoi studi, di una ragazza che stava frequentando, e io mi sono sentita... non so come descriverlo. Una sorta di furioso dolore, suppongo. Delusione che dopo tutto quello che era successo l’estate scorsa lui non riuscisse nemmeno a chiedermi come stavo, o come andasse la mia vita. Mi era sembrato che fossimo così vicini, tutti noi, in quelle pigre giornate estive. E nei giorni e nelle settimane che sono seguiti io e Maud ci siamo avvicinate ancora di più, come se fossimo sorelle. Ma adesso è molto chiaro, per lo meno ad Abel, che io sono un’estranea per questa famiglia. Forse lo sarò sempre.

Un pensiero sconvolgente, così me ne sono andata. Ho ripercorso il gelido corridoio fino al relativo tepore del soggiorno, rigirandomi in testa le varie possibilità.

Presto la verità verrà fuori, che io lo voglia o meno. La domanda è: quando succederà, faranno fronte comune contro di me?

I primi tempi in cui ero qui pensavo di aver trovato una seconda famiglia, in sostituzione di quella che avevo perduto. Ma adesso... adesso non ne sono più sicura. Vedere Maud tra le braccia di Abel, vederli ridere insieme escludendomi senza nemmeno averne l’intenzione.

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