L'ESILIATO DI DARKOVER by Marion Zimmer Bradley

L'ESILIATO DI DARKOVER by Marion Zimmer Bradley

autore:Marion Zimmer Bradley [Bradley, Marion Zimmer]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: italiano, no cover, archivio italiano
pubblicato: 2012-02-07T11:19:53+00:00


CAPITOLO 9

UNA SFIDA PER ARILINN

Mentre scendeva dalla Torre, con Taniquel ed Elorie, Kerwin era ancora scosso dal contatto mentale con Elorie. Che nome aveva dato Kennard a quel fenomeno? "Empatia", la capacità di sentire le emozioni degli altri. Kerwin aveva accettato intellettualmente di possedere quella capacità, l'aveva messa alla prova alcune volte, nel laboratorio e nel Cerchio, ma solo ora, per la prima volta, capiva il suo vero significato: un'emozione incontrollabile, che prendeva il completo possesso di lui.

Non sapeva quale fosse la loro destinazione, e si limitò a seguire gli altri, che oltrepassarono il Velo e proseguirono all'esterno della Torre, fino a una piccola costruzione che Jeff, in precedenza, non aveva mai notato. Era una lunga camera, una specie di sala per congressi, con le pareti coperte di tendaggi; al loro ingresso, si levarono i rintocchi di un gong. Kerwin scorse alcuni spettatori seduti e, davanti a loro, a un tavolo, altre sei o sette persone.

Tutti i presenti parevano persone di mezzi, in genere sulla cinquantina e oltre, e portavano abiti darkovani nella foggia delle città. Assistettero in silenzio mentre Elorie passava tra loro e prendeva il posto centrale. Poi i membri del suo Cerchio si sedettero tranquillamente attorno a lei, senza parlare.

Fu infine Danvan Hastur a prendere la parola. «Siete voi le persone che si sono date il nome di Comitato per Darkover?» chiese.

Uno di loro, un uomo grosso e dalla faccia rossa, con occhi che mandavano fiamme, gli rivolse un inchino.

«Sono Valdrin di Carthon, z'par servu, vostro servitore, nobili signori e signore», disse. «Con il vostro permesso parlerò anche a nome dei miei compagni.»

«Riassumiamo un attimo la situazione», disse Hastur. «Voi avete formato una lega...»

«Per favorire lo sviluppo delle attività manifatturiere e commerciali su Darkover, nei Regni e altrove», disse Valdrin. «Non devo essere io a descrivervi la situazione politica: i terrestri e la loro testa di ponte sul nostro mondo. I Comyn e il Consiglio, escluso voi, Signore Hastur, hanno cercato di ignorare la presenza dei terrestri presso di noi e le sue conseguenze sul commercio...»

Hastur lo interruppe per dire, tranquillamente: «La situazione non è esattamente questa».

«Lungi da me l'intenzione di smentire le vostre parole, vai dom», disse Valdrin, rispettoso, ma ora anche un po' irritato. «I fatti sono questi: in base alla nostra intesa con i terrestri, ora abbiamo un'occasione che non si era mai presentata in precedenza, di far uscire i Regni dalla nostra medievale arretratezza. I tempi cambiano. Che ci piaccia o no, i terrestri sono qui, e intendono rimanere. Darkover viene portato sempre di più a gravitare verso l'Impero Terrestre. Possiamo fingere che non siano qui, rifiutare il loro commercio, ignorare le loro offerte, e tenerli chiusi all'interno delle loro Città Terrestri, ma queste barriere finiranno per cadere nell'arco di una generazione, al massimo due. L'ho già visto succedere su altri mondi.»

A Kerwin tornò in mente quel che aveva detto il Legato Terrestre: che l'Impero non faceva pressione sui governi, ma che la gente vedeva i vantaggi che poteva avere dall'Impero e che chiedeva sempre più insistentemente di farne parte.



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