L'Europa del diritto by Paolo Grossi

L'Europa del diritto by Paolo Grossi

autore:Paolo Grossi [Grossi, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Law, Legal History, History, Europe, General
ISBN: 9788858126073
Google: yqOODAAAQBAJ
editore: Gius.Laterza & Figli Spa
pubblicato: 2016-06-08T22:00:00+00:00


17. E della codificazione austriaca

Se il Code Napoléon può facilmente conseguire organicità e coerenza perché il suo edificio viene innalzato immediatamente dopo che gli anni della eversione rivoluzionaria hanno raso al suolo le vecchie ingombranti costruzioni, lo stesso non si può dire per l’altro grande Codice con cui si inaugura il secolo, il «Codice civile generale», lo Allgemeines Bürgerliches Gesetzbuch (abitualmente identificato nella sigla ABGB), che nel 1811 promulga per i suoi Stati ereditarii tedeschi (con l’estensione al vicereame lombardo-veneto a far data dal 1° gennaio 1816) Francesco I, ultimo cesare del Sacro Romano Impero e primo imperatore d’Austria. A Vienna, al contrario di Parigi, persiste un pesante segno di contraddizione fra un apparato centrale di governo, in cui circolano ancora gli stimoli illuministici dei settecenteschi sovrani riformatori, e una struttura socio-economica di impronta cetuale e feudale. Qui passato e presente convivono antinomicamente, e il nuovo Codice ne è la figura fedelmente speculare.

Non v’è dubbio che lo ABGB sia un Codice, e ciò a causa delle scelte essenziali che lo contraddistinguono: è, infatti, testimonianza di quel modo nuovo di concepire la produzione del diritto nel quale si incarna un Codice; ed è, sotto questo profilo, fonte novissima, esclusiva, che afferma il proprio monopolio normativo abolendo il diritto comune e cancellando l’autonomia di consuetudini e statuti locali (§§ 10 e 11). Ed è fonte novissima anche perché assume a suo protagonista il soggetto unitario di diritto naturale con tutto il suo patrimonio inabdicabile di diritti innati (§ 16). Il Codice è, infatti, pervaso dalla visione individualistica del diritto propria della filosofia di Immanuel Kant, filosofia di cui si fa portatore all’interno della commissione redazionale un alto funzionario e magistrato, Franz von Zeiller (1751-1828), il giurista che maggiormente contribuisce a definire il vólto di questa operazione legislativa.

La quale ha connotati suoi proprii anche sotto il profilo della tecnica legislativa adottata. La certezza e la chiarezza, finalità ben presenti al legislatore austriaco, vengono ottenute usando un linguaggio discorsivo piano e semplice alieno da eccessivi tecnicismi, riducendo la puntigliosità nel disciplinare le minuzzaglie e facendo del Codice una esposizione organica di principii; con il risultato di proporsi, con i suoi 1502 paragrafi, quale complesso normativo assai più sobrio di quello francese.

Essenziale è la sua architettura: dopo una breve introduzione, si divide in tre parti, la prima dedicata al «diritto delle persone», la seconda ai «diritti sulle cose», la terza alle «disposizioni comuni ai diritti delle persone e ai diritti sulle cose».

All’interno dell’introduzione fa spicco il § 7, che affronta direttamente la croce di ogni codificatore, e cioè il problema delle eventuali lacune nel sistema conchiuso del Codice, con una soluzione ardita che dà respiro all’aria stagnante dei paragrafi codificati: se non basteranno le interpretazioni letterale e logica, se non basterà nemmeno il ricorso «ai casi consimili precisamente dalle leggi decisi ed ai motivi di altre leggi analoghe, rimanendo nondimeno dubbioso il caso, dovrà decidersi secondo i principj del diritto naturale, avuto riguardo alle circostanze raccolte con diligenza e maturamente ponderate». Espressioni che mostrano bene



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