Leviathan Falls – Scontro finale by James S.A.Corey

Leviathan Falls – Scontro finale by James S.A.Corey

autore:James S.A.Corey [S.A.Corey, James]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788834743171
editore: Fanucci Editore
pubblicato: 2022-05-17T22:00:00+00:00


25

Tanaka

Il capitano della Preiss era un uomo con la faccia schiacciata, la pelle chiara e una barba ispida che non riusciva a nascondergli il doppio mento.

Aveva trascorso due decenni a traghettare i coloni in nuovi mondi e ora fluttuava nella cabina di Tanaka con un’espressione persa in volto. Avrebbe dovuto essere spaventato. E invece sembrava solo stordito.

Grazie alla sua forza di volontà, Tanaka riuscì a non battersi le dita sulla coscia. Quell’intervista, come tutte le altre, veniva registrata e lei non aveva alcuna intenzione di mostrare la sua ansia, nemmeno di fronte a qualcuno che sembrava pronto a non farci caso.

«Nella mia vita ho preso...» cominciò l’uomo. Fece una pausa, leccandosi distrattamente le labbra. «...sostanze psichedeliche. Sono stato in dei posti, sa? Ma non era così. Niente di simile.»

La Preiss, attraccata alla Derecho, era la prima delle navi in attesa che i laconiani incontrassero i loro equipaggi, copiassero i dati dai loro sensori e dai sistemi di comunicazione ed esaminassero tutto nei minimi dettagli. Ma la Preiss era la più importante di tutte. Era infatti l’unica nave che era riuscita a non scomparire.

Se Tanaka aveva sperato che il suo capitano potesse dirle perché, forse era stata un po’ troppo ottimista. «Pensa possa dipendere da qualcosa di particolare che trasportavate?» chiese.

Lo sguardo dell’uomo nuotò nel vuoto prima di incontrare quello di Tanaka. Poi il capitano della Preiss alzò le spalle e corrugò la fronte. Un gesto perfettamente sincronico – frutto della pratica acquisita in una vita – per dire ‘Che cazzo ne so’.

«Stavamo solo effettuando il passaggio, come sempre. Non ci siamo accorti che c’era qualcosa di strano in corso. Il pennacchio del reattore intralciava la vista, sa com’è?»

«Sì, lo so» disse Tanaka. Le faceva male la mascella. «Ma deve pur esserci stato qualcosa questa volta! Qualcosa di diverso. Avete sottoposto la nave a delle modifiche di recente?»

«Abbiamo dei nuovi depuratori d’aria provenienti dal sistema di Ganimede. Grafene caricato con tratteggio incrociato. Dovrebbero durare il doppio rispetto a quelli del vecchio tipo e possono essere lavati con acqua distillata. Riutilizzati cinque o sei volte.»

«Questa è l’unica attrezzatura nuova?»

«Dall’ultimo viaggio, sì.»

«E i passeggeri? Qualcuno di loro spedisce cose fuori dall’ordinario?»

Di nuovo quella scrollata di spalle. Quel cipiglio. «È tutto materiale da costruzione per l’ingegneria climatica. Non lo so.»

«Nessuna tecnologia basata sulla protomolecola?»

Il volto di quell’omone fu attraversato da un lampo di impazienza. «Ogni cosa è una tecnologia basata sulla protomolecola. Le placche. I biofilm intorno al reattore. Metà della produzione alimentare viene da roba che abbiamo costruito con quella merda.»

Tanaka inspirò profondamente e poi fece uscire l’aria fra i denti. Il fatto che il capitano della Preiss avesse ragione non bastò a placarla. Doveva pur esserci un motivo per cui quell’uomo era qui, a fluttuare sulla sua postazione di lavoro, e non disperso fra le fauci del vuoto a causa di un transito fallito.

Lasciò perdere.

«Ha vissuto... qualche esperienza associata all’evento?» domandò poi.

Riuscì a mantenere la voce calma, come se ricevere una risposta o un’altra non le avrebbe fatto alcuna differenza. Come se il solo fatto di chiedere non le strozzasse la gola.



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