Libri, istruzioni per l'uso by Alessandro Mari

Libri, istruzioni per l'uso by Alessandro Mari

autore:Alessandro Mari
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788851184070
editore: UTET
pubblicato: 2020-11-11T16:00:00+00:00


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Il trapano

L’invenzione del primo trapano a mano risale al paleolitico. Già l’Homo sapiens aveva intuito che, premendo un oggetto appuntito su pietra, legno o altri materiali e facendolo girare su se stesso, si potevano praticare dei fori. Nei millenni, la tecnica si è evoluta fino a che, nel 1889, Mr. Arthur James Arnot e William Blanch Brain hanno inventato il primo trapano elettrico, oggi divenuto portatile e diffusissimo.

Benché se ne stiano quasi sempre nascosti dietro uno strato di intonaco e di pittura che li fa somigliare tutti, i muri non sono mica uguali. Il cemento armato, come suggerisce il nome intimidatorio, nella colata di calcestruzzo nasconde un’armatura di barre di ferro, e quelle non c’è verso di bucarle, neppure smarmittando per ore col trapano, a meno che non sia un trapano da professionisti. Non scoraggiatevi. Nelle ferramenta, nei centri del fai-da-te e online si trovano set di punte per ogni evenienza, o almeno per le evenienze comuni: ferro, legno, muro, cemento (senza armatura).

Riguardo ai tasselli, la questione è più spinosa. Per chi non lo sa, il tassello è un sistema di fissaggio composto da una specie di involucro. Tipo un guanto. Tipo un guanto di quelli ultratecnologici da Mission Impossible che permettono all’agente Hunt – e a Tom Cruise, senza controfigura – di scalare grattacieli da capogiro. Il tassello è cavo perché, una volta inserito nel muro, al suo interno deve passare la vite, che così fa presa. In genere i tasselli sono metallici o in materiale plastico, e questi ultimi sono un’invenzione del secondo dopoguerra firmata Artur Fischer (il cognome dovrebbe dirvi qualcosa anche se siete neofiti del bricolage o se non avete un padre falegname).

Un muro di blocchi svizzeri, cioè di mattoni semipieni, richiede un tassello a espansione che, penetrato all’interno, si gonfia – tipo una mano che raccoglie lentamente le dita e le serra in un pugno. Questo perché il mattone semipieno ha delle cavità, e il rigonfiamento impedisce alla vite di arretrare. (Se qualcuno si sta ancora chiedendo perché questi blocchi si chiamano svizzeri, vada pure a cercare, lo aspettiamo.) Invece, per le pareti in cartongesso che spopolano in Nord America e Nord Europa, e ormai anche da noi, serve un tassello a farfalla. La tipica parete di cartongesso è fatta da due lastre esterne frammezzate da un’intercapedine, dove si trova il telaio di legno o ferro, e una volta superata la lastra esterna il tassello deve spalancarsi nel vuoto dell’intercapedine aprendo le sue due ali di farfalla.

Avete voglia di spassarvela con trapano e tasselli, lo sappiamo, ma prima dovete prendere una matita e un metro. Sarebbe preferibile la matita da falegname, anche per darsi un tono professionale, ma una comunissima matita è sufficiente. Il metro invece sì, quello da falegname è meglio. Pieghevole, tradizionalmente bianco e giallo, o tutto giallo, è fatto di stecche rigide che consentono di prendere la misura esatta. Quale? L’altezza a cui volete la mensola. Sul lato corto dei reggimensola (quelli che avete sbadatamente comprato voi sono 24,5 x 24,5 quindi un lato vale l’altro), troverete ad aspettarvi dei fori.



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