Limbo by Melania Mazzucco

Limbo by Melania Mazzucco

autore:Melania Mazzucco [Mazzucco, Melania]
La lingua: ita
Format: epub
editore: A.D.A. - Anonymous Digital Amanuensis
pubblicato: 2011-12-31T23:00:00+00:00


Live.

Passato il fosso, in direzione nord, la strada corre parallela al mare. La città si esaurisce con dolcezza: i condomini diventano eleganti ville a tre piani, campeggi, rimessaggi per barche, stazionamenti camper e infine una fragile striscia di dune color cenere, difesa da una recinzione di legno. Cartelli sbiaditi avvertono che si tratta di un'area speciale protetta, il monumento naturale della palude di Torre Flavia. Un viottolo di sabbia costeggia gli stagni e si perde fra i canneti. Dopo pochi passi, sembra già di stare alla fine del mondo, anche se in realtà le macchine sfrecciano dietro la palude e piazza della Vittoria dista pochi chilometri. Un cartello inchiodato sulla recinzione avvisa che è vietato camminare fuori dalle passerelle, calpestare le dune, condurre cani senza guinzaglio, cogliere i gigli di mare e disturbare la fauna selvatica. Mattia rimane sorpreso che un posto simile possa essere sopravvissuto alla speculazione edilizia che ha divorato il resto della costa e si chiede fino a quando. Lo stagno è affollato come una piazza da centinaia, forse migliaia di volatili, l'acqua freme, le canne frusciano, ali e piume sbattono, becchi emettono fischi e versi acuti e vibranti, ma lui non conosce gli uccelli e non saprebbe dire di che specie siano. Gli sembrano papere e aironi. Ricorda solo vagamente che in certe stagioni dell'anno abbandonano i loro nidi e si mettono in viaggio. In verità non solo gli uccelli. Migrano i pipistrelli, i caribù, i lemming, i rospi, le anguille, perfino le aringhe. Spinti da un istinto oscuro, però infallibile, abbandonano tutto, attraversano montagne, oceani, banchise di ghiaccio, continenti interi, solo per giungere da qualche parte, riprodursi e morire. La loro vita si risolve interamente in questo spostamento.

I migratori che abitano indisturbati i canneti della riserva si sono fermati durante un viaggio accidentato e faticoso, per riposarsi, per recuperare le forze, perché in questo minuscolo e anonimo fazzoletto di natura si sentono protetti e al sicuro. Qui nessuno può impallinarli. Ma - da dovunque siano venuti e ovunque stiano andando - sono solo di passaggio. Si ferma a osservarli mentre ciondolano pigri nell'acqua salmastra. Sono talmente vicini, e talmente incuranti della loro presenza, senza timore e senza sospetto, che potrebbe quasi toccarli. Ma anche tirargli una pietra, prenderli a bastonate. E un moriglione, dice Manuela, indicando la piccola anatra con gli occhi rossi intenta a pescare girini nell'acqua ferma. Sverna qui. E quella è un'alzavola. La puoi distinguere per la macchia verde sull'occhio, sembra che porti una benda. Quello piccolo è un piropiro. Ci devono essere anche i tuffetti, ma si nascondono, sono molto timidi. A primavera arriveranno i cavalieri d'Italia. Poi gli fa notare la garzetta, è la cicogna bianca. Snella e aristocratica, la garzetta scuote la cresta di penne che le incornicia la testa, si inoltra nel canneto ritta sulle sottili zampe nere, e li ignora. Le anatre continuano a lisciarsi le piume, a frugare col becco nell'acqua. Nemmeno la voce di lei le riscuote. Sono fiduciose e vulnerabili, e Mattia se ne dispiace.



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