L'Imperatore d'America by Martin Pollack

L'Imperatore d'America by Martin Pollack

autore:Martin Pollack [Martin Pollack]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-02-08T23:00:00+00:00


Una volta che si è acquistato il biglietto, si è entrati in lista per casa e terreno, e ci si è assicurati la benevolenza del Kaiser von Amerika, segue la visita medica, necessaria per accertarsi di eventuali deficienze fisiche che vanificherebbero la procedura d’immigrazione. Uno degli agenti recita la parte del dottore, che effettua una approfondita “ispezione” dopo che l’emigrante si è spogliato. In questo modo gli uomini dell’agenzia amburghese possono controllare un’ultima volta se tiene nascosto altro denaro sotto i vestiti. Se il “dottore” non trova nulla, c’è da pagare un onorario, ma se aggrotta la fronte e scuote il capo dubbioso, uno degli agenti è lesto a sussurrare al povero contadino impaurito di allungare una piccola somma extra al “dottore” affinché sia ben disposto.

Durante la lettura dei capi d’accusa Klausner e Herz esclamano ripetutamente: “Ma andiamo, queste sono storie da mille e una notte…”, provocando i secchi richiami del giudice. Ci sono testimoni che confermano la pertinenza delle accuse. Un galoppino diciottenne, Baruch Band, di mestiere macellaio, descrive così il modo in cui i contadini ruteni vengono trattati dall’agenzia amburghese: “Sono rimasti rinchiusi dentro la baracca per giorni e giorni. Peggio che i cani. Io anche qui in cella ho fatto una vita migliore di come sono stati trattati loro dagli uomini di Herz”.

È così, dunque, che gli emigranti vengono accuratamente ripuliti e privati del denaro contante. Concluse le formalità d’ufficio, gli “orsi americani”, come gli agenti usano chiamare i contadini, devono ancora procurarsi una cosiddetta “uniforme americana”. Li ammoniscono che non possono assolutamente riprendere il viaggio vestiti come sono, con le loro rozze giubbe e le mantelle di pecora; devono prima scambiarli con degli abiti da città. Guarda caso, proprio all’Hotel de Zator, accanto all’agenzia, si trova l’emporio del “capitano distrettuale” Julius Löwenberg, dove gli emigranti possono andare a cambiarsi. Per un abito di modestissima fattura bisogna scucire otto fiorini, benché ne valga tre, a dir tanto.

“Se uno non voleva comprare l’abito che gli veniva offerto” dichiara Baruch Band, “Löwenberg lo schiaffeggiava”.

Alla fine della procedura gli emigranti vengono accompagnati da un ulteriore compare di Herz, il quale procura loro il “taglio americano”, un taglio di capelli in assenza del quale, si assicura, è vietato l’accesso alla Terra promessa.

Il procuratore (a Löwenberg): “Come intende replicare a queste accuse?”

Löwenberg: “Non posso rispondere in alcun modo, sono tutte menzogne”.

Fino alla partenza del treno gli emigranti vengono sistemati nelle cantine dell’Hotel de Zator, o in rimesse e baracche vicine; alcuni vi rimangono diversi giorni perché non hanno denaro sufficiente per proseguire il viaggio e devono aspettare che gli mandino qualcosa da casa. Nell’attesa è loro vietato lasciare la sistemazione, per evitare di essere fermati dai gendarmi che non sono sul libro paga delle agenzie di Amburgo o di Brema. Ma se capita che gendarmi non coinvolti nel traffico li fermino e li consegnino alla polizia a Brzezinka, non è una tragedia. L’agente di sorveglianza prende bustarelle dall’agenzia di Herz, per cui i fermati trovano il modo di uscire dalla cella e raggiungere ugualmente il treno diretto in Prussia.



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