L'impero degli incanti by Michael Scott Rohan & Allan Scott

L'impero degli incanti by Michael Scott Rohan & Allan Scott

autore:Michael Scott Rohan & Allan Scott [Scott, Michael Scott Rohan & Allan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Editrice Nord
pubblicato: 2013-02-11T16:00:00+00:00


CAPITOLO SESTO

Volker fissò con derisione il volto di Dani, osservando il modo in cui i suoi occhi si sgranavano mentre lei lo fissava a sua volta. La ragazza si stava contorcendo e stava sgusciando sotto di lui come un'anguilla presa all'amo, emettendo piccoli versi privi di senso. Il suo profumo era caldo come quello della terra cotta dal sole rovente e destava nel corpo di lui una reazione inequivocabile...

— Lasciami andare, bastardo!

Dani cercò di colpirlo con i pugni ma lui la bloccò con facilità con una mano e le assestò uno schiaffo bruciante per quietarla. Il bagliore di rabbia e di paura che le apparve negli occhi servì soltanto ad accentuare il suo desiderio e lui ridacchiò per la facilità con cui il coltello tranciava i lacci del giustacuore; un solo colpo noncurante bastò ad aprire la camicia di seta per rivelare il ventre liscio e tremante...

Camicia di seta...?

Qualcosa... una morsa ferrea stretta intorno al suo braccio... le fauci di un terrier che scrollava un ratto... qualcosa di metallico, freddo come il ferro e da cui gocciolava fango caldo... sul suo volto c'era un puzzo rancido che credeva fosse ben sepolto nella palude...

— Hel Og Halgbyge, quale incubo perseguita i tuoi sogni? Volker si trovò a fissare stupidamente il volto di Thorgrim, aspettandosi di scorgere l'orrore schiacciato e infranto che era stato un tempo il volto metallico del Cavaliere. L'espressione del grosso Norvegese non era del tutto amichevole, ma del resto lui era sprofondato in uno stato di nordica depressione fin da quando erano entrati nella foresta.

— Tocca a te montare la guardia... e mi sembra che dovresti smettere di bere l'akvavit del drakener.

Le labbra di Volker si contorsero in un tentativo di sorriso, nonostante i brandelli di sogno che si aggrappavano ancora alla sua mente come sanguisughe.

— Hai ragione. Non riesco a reggere i suoi ritmi.

— Naa? — commentò Thorgrim, squadrandolo con espressione significativa. — Io credo che non sia stato il liquore ma il freddo a conciarti per le feste. Ora vado a vedere che razza di sogni mi procurerà questo posto dimenticato.

— Sta' certo che non potranno essere peggiori dei miei — garantì Volker.

Quando si alzò in piedi il gelo che permeava l'aria lo colpi con una violenza fisica e lui si affrettò a sistemare un altro pezzo di legno sulle braci del fuoco prima di rimettersi a sedere e di stringersi maggiormente il mantello intorno al corpo. La giornata era stata tanto umida e calda che il viso gli formicolava ancora a causa dei raggi del sole, ma il calare della notte aveva portato con sé una gelida brezza che sospirava fra le foglie come lo spirito di un amante dimenticata.

Thorgrim stava già dormendo e il suo russare si mescolava a quello di Guy in un contrappunto grottescamente privo di musicalità; Dani era raggomitolata intorno alla sua bisaccia dalla parte opposta del fuoco, le cui fiamme strappavano bagliori di un rosso dorato ai suoi capelli. Guardandola Volker ricordò la sensazione di quei capelli fra le sue dita, il cedevole calore del suo corpo il sapore dolce delle sue labbra.



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