L'impero. Un eroe per Roma 05 by Anthony Riches

autore:Anthony Riches [Riches, Anthony]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
ISBN: 9788854192645
pubblicato: 2016-05-11T22:00:00+00:00

capitolo 6

«Il legato vi riceverà adesso, tribuni».

Scauro indicò la porta, facendo segno al collega di entrare per primo nell’ufficio del legato. Belletore si affrettò ad accettare l’invito, ansioso com’era di trovarsi davanti all’uomo che sarebbe stato l’arbitro del fato che attendeva il suo rivale. Il legato si alzò dalla scrivania e fece il giro per andare a accoglierlo, mantenendo un professionale riserbo mentre accettava prima il saluto di Belletore e poi quello di Scauro. Malgrado la struttura ossea del viso e il colore dei capelli denotassero le sue chiare origini nordafricane, dai territori costieri in precedenza occupati dall’antica nemica di Roma, Cartagine, la pelle era sorprendentemente chiara rispetto alla carnagione più scura che di solito accompagnava un simile aspetto.

«Domizio Belletore, benvenuto a Porolissum. Sono Decimo Clodio Albino, legato della Tredicesima legione e comandante congiunto di forze imperiali nella provincia».

Belletore, confuso, salutò formalmente.

«I miei ringraziamenti, legato, anche se non capisco come hai fatto a distinguere chi di noi due fosse chi».

Con un sorrisetto, Albino agitò una mano in direzione di Scauro.

«È stato facile, tribuno, dato che conosco il qui presente Gaio da quando aveva quindici anni. Mi sorprende che non ti abbia mai parlato della nostra lunga conoscenza».

L’espressione di Belletore si fece diffidente man mano che comprendeva le implicazioni dell’affermazione del legato. Esitò un momento prima di replicare.

«In tal caso, legato, saprai senz’altro che sono il comandante del distaccamento ausiliario giunto qui questa mattina. Il mio comando comprende una coorte legionaria, due coorti ausiliarie, uno squadrone di cavalleria ausiliaria e mille cavalieri indigeni».

Albino non si scompose e andò di nuovo a sedersi dietro la scrivania, indicando ai due uomini un paio di sedie. Non c’era disordine sulla lastra di legno davanti a lui e solo due oggetti erano posati sulla superficie altrimenti sgombra: un gladio di fanteria racchiuso in un magnifico fodero e un piccolo campanello d’argento, lucidato fino a farlo brillare. Una volta che i tribuni si furono seduti, replicò a Belletore con un sorriso benevolo.

«Certamente, tribuno. Il mio beneficiarius è giunto qui due giorni fa con la notizia del vostro imminente arrivo e un dettagliato resoconto dei fatti relativi alla vittoriosa difesa di Alburnus Maior. Ottimo lavoro, signori, sono sicuro che il governatore avrà parole di lode per entrambi nel suo prossimo dispaccio per Roma».

Fece una pausa, studiando la reazione di Belletore.

«Entrambi, legato? Dal momento che sono il comandante del distaccamento che ha difeso il complesso minerario, mi sarei aspettato…».

Albino sorrise di nuovo e alzò una mano per zittirlo.

«Al tempo, tribuno. Penso che il nostro primo argomento di discussione debba essere la questione disciplinare che il mio segretario mi ha detto che vuoi mettere a registro. Immagino che sia una questione riguardante la condotta di Rutilio Scauro durante il vostro recente scontro con i sarmati? Non credo sia necessario fartelo notare, ma si tratta di un’accusa seria che potrebbe infliggere un colpo severo e decisivo alla carriera di un uomo. Sei sicuro di voler dare corso a questa richiesta?».

Belletore rispose impettito, chiaramente insospettito riguardo l’oggetto delle simpatie di Albino.

«Sento

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