L'inconsapevole by Fausto Manara

L'inconsapevole by Fausto Manara

autore:Fausto Manara [Manara, Fausto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2022-08-04T12:00:00+00:00


12

Non sentivo Luca da qualche giorno e dovevo riferirgli subito delle minacce di Attilio a Carlotta, anche per essere certo che fosse tutelata.

«Ciao, Luca. Dal pranzo al bar è calato il silenzio. Tutto bene? E le indagini?»

«Tutto in ordine, Antò. A casa va meglio, quando ci vediamo ti ragguaglio. Ti avrei chiamato oggi perché ho interrogato Enrica Ravelli e vorrei il tuo parere. Un’altra cosa. Ricordi che i messaggi di minaccia sul cellulare di Paola venivano dall’utenza della Edil Immobiliare?»

«Certo che lo ricordo, mi avevi chiesto se la conoscessi.»

«È stato facile risalire all’autore. Il titolare della società è tale Attilio Agostini. Lo teniamo d’occhio.»

Ebbi un lieve capogiro, non poteva essere. E se…

«Ti sto chiamando anch’io per altre minacce a un cellulare. Sono arrivate a Carlotta Acerbi, la mia paziente. Da piccola aveva subito abusi sessuali da un vicino di casa. Lei è sicura che l’autore dei messaggi sia proprio quel brutto personaggio. Mi ha detto che si chiama Attilio e adesso ha un cognome. Non è mai stato denunciato, ma da quasi un mese manda alla ragazza messaggi del tipo “taci, o te la farò pagare” e si riferisce certamente ai fattacci di sette anni fa. Carlotta e Paola erano molto amiche…»

Luca tacque per un istante, poi esclamò: «Per la miseria, Anto’, ma questa è una bomba. Quasi sicuramente qui c’è una connessione».

«In ogni caso, Carlotta dovrebbe essere protetta. Conto su di te.»

«Vedrò di farla tenere d’occhio da qualcuno dei miei. Quando puoi, passa di qui che ti racconto della Ravelli.»

«Nel tardo pomeriggio?»

«Ti aspetto nel mio ufficio, al quinto piano.»

Attaccai. Mi sentivo agitato: due amiche, una di loro era morta, lo stesso uomo che le minaccia. Fu come se stessi vedendo in diretta quell’ombra dietro i vetri smerigliati dell’ospedale.

Quando nel pomeriggio andai all’appuntamento dovetti districarmi tra i meandri del Palazzo di Giustizia. I vigilanti dell’ingresso erano talmente sprovveduti da non conoscere neppure le cose elementari del luogo. Mi infilai in un ascensore che mi portò al quinto piano del settore sbagliato. Tornai indietro e finalmente vidi l’indicazione per raggiungere la Procura. In fondo a un corridoio ecco la targhetta che cercavo: DOTT. LUCA ARGENTI.

Bussai. «Posso?» dissi aprendo uno spiraglio.

«Entra, Antonio, ti stavo aspettando.»

«Chiudo?»

«Chiudi, chiudi. Qui ci stanno mille orecchie e mille occhi.»

Avevo bene in mente i messaggi di Attilio e, ancora in piedi, li rievocai.

«Da quando ti ho sentito, non riesco a pensare che agli SMS di minaccia arrivati alle due ragazze.»

Luca liquidò l’argomento con una battuta. «Anch’io ci ho pensato, ma saranno le indagini a dirci qualcosa di più.»

Il mio proposito di approfondire insieme la possibile connessione che proprio lui aveva supposto era stato disinnescato e fui calamitato dallo spettacolo che si vedeva dalle ampie finestre all’imbrunire. Quando la luce non abbaglia, si riescono a notare molti particolari che in altri momenti del giorno sfuggono. La vista era suggestiva con i monumenti della città a cui il sole di sbieco dava un che di pittorico. E poi i tetti delle case, le strade che la prospettiva andava a rendere via via invisibili nascondendo il traffico.



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