L'Italia degli altri by Mario Fortunato

L'Italia degli altri by Mario Fortunato

autore:Mario Fortunato [Mario Fortunato]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza
pubblicato: 2015-01-14T23:00:00+00:00


(In Inghilterra si dice comunemente che, se metti due italiani intorno a un tavolo, dopo un poco cominceranno a parlare di politica. È curioso, perché io invece direi di sesso. Ma forse c’è una segreta corrispondenza, o almeno una contiguità, fra la politica e il sesso. Dopo tutto, entrambi hanno a che fare col potere e aggiungerei anche con l’estetica. Come giustamente nota Edith Wharton, in uno dei suoi «racconti italiani», Lo spasso di una notte a Venezia: «I piú severi senatori della Repubblica andavano in giro con fantastici calzoni a strisce, corti mantelli e cappelli piumati». Siamo a Venezia, come dice il titolo, e un giovane gentiluomo americano, appena sbarcato in città, è frastornato dalla confusione ma soprattutto dal fatto che le persone importanti del luogo – i potenti – siano agghindati in modo a dir poco sorprendente: «Un nobile indossava una gorgiera e una toga dottorale, un altro una tunica di velluto nero con spacchi foderati di tessuto rosa, e il presidente del temuto Consiglio dei Dieci era un tipo dall’aspetto terribile, che camminava impettito, aveva un naso come uno stocco e indossava un farsetto di cuoio e un manto scarlatto con uno strascico che la folla si guardava bene dal calpestare».

È vero: il racconto si svolge a Venezia, cioè nel luogo piú irreale della terra, tuttavia la descrizione dei notabili locali induce a pensare a una parata di pavoni che fanno la ruota per sedurre. In definitiva: ciò che è proprio della politica. La quale, nelle sue forme classiche, coincide anche e non casualmente con quella variante economica dell’estetica che è la prostituzione. Sempre Wharton: «Voi non conoscete noi veneziani – siamo tutti in vendita. Non sono solo le spose ad essere sul mercato, a volte anche i mariti si vendono». Il che potrebbe perfino rappresentare la conseguenza di un eccesso di bellezza della città: la bellezza di Venezia, secondo Josif Brodskij, si moltiplica infatti all’infinito, per via della riflessione nell’acqua che è a suo modo uno specchio. In Fondamenta degli Incurabili, una meravigliosa meditazione veneziana del 1989, il poeta russo sostiene anzi che è proprio questo eccesso, questa smodata quantità di bellezza, all’improvviso a nostra disposizione, a spingere il visitatore a vestirsi in maniera elegante e perciò a invadere i negozi di abbigliamento, per acquistare indumenti che mai altrove oserebbe portare. «La bellezza circostante» commenta Brodskij, «è tale che quasi subito si è presi da una voglia assolutamente incoerente, animalesca, di tenerle testa, di mettersi alla pari».

Ora c’è chi si limita a comperare dei vestiti e chi non può fare a meno di essere piú esigente e, se vogliamo, meno superficiale, puntando anche a quel che c’è sotto. Perciò sesso e politica si direbbero attività primarie, che giungono a inverarsi nella prostituzione. La qual cosa induce a concludere che non l’economia è la chiave di volta dell’esperienza, bensí l’estetica).



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