Lo spazio e il tempo nell'arte by Pavel Florenskij

Lo spazio e il tempo nell'arte by Pavel Florenskij

autore:Pavel Florenskij [Florenskij, Pavel]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 88-459-1116-0
editore: Adelphi
pubblicato: 1995-03-14T23:00:00+00:00


Parte III – La legge dell'illusione

I

22 marzo 1925 L'integrità dell'opera d'arte fa presupporre un legame e una dipendenza reciproca fra i singoli elementi. In effetti, se essi non ci fossero l'opera si ridurrebbe alla pura somma di questi elementi, e non esisterebbe altrimenti che come un deposito meccanico o un coacervo di singole impressioni frammentarie. Ma evidentemente, se l'opera esiste in quanto tale, cioè come totalità, se non si esaurisce nel materiale che fa parte della sua sostanza, e possiede una forma autonoma, allora non dovrà essere formata passivamente da singoli elementi, ma dovrà dominarli, indirizzarli e farli partecipi della sua interezza. In altre parole, ciascuno degli elementi singoli dell'opera, i tratti e le macchie nell'incisione, le linee e i pigmenti nel quadro, le superfici, i colori e la luce nella scultura e nell'architettura, i suoni nella musica, i suoni e le immagini nella poesia, ecc., tutti gli elementi, qualunque essi siano, devono essere percepiti e valutati nell'intera opera in modo diverso da quello in cui si percepiscono e si valutano questi stessi elementi presi ognuno separatamente, in sé. Al di là delle loro correlazioni con tutti gli altri elementi simili in una certa opera, ciascun elemento non deve essere percepito, nella nostra coscienza, allo stesso modo in cui viene percepito insieme agli altri, come sottomesso al tutto. Se questo non avviene, e se il singolo elemento, preso in sé o al servizio dell'intero, non si distingue né in un caso né nell'altro, non si può fare a meno di vedere in ciò la sua estraneità all'opera data, o la sua casualità nell'opera o la debolezza della stessa in complesso, incapace di incarnarsi nel suo materiale. Ma, secondo le parole dei Santi Padri: «Soltanto il non-essere non possiede energia». Un intero che sia incapace di sottomettere a sé e di pervadere tutti i suoi elementi, è in ciò stesso un non-essere. Questo significa che non esiste come opera ma pretende soltanto di esserlo.

Ciascun singolo elemento dell'opera d'arte, preso in sé, possiede una sua forma. È evidente che non potrebbe servire come incarnazione di una forma superiore, e sostenere l'intero, se la sua stessa forma fosse assolutamente rigida e incapace di adeguarsi ai fini dell'intero. Cosicché l'interazione dei singoli elementi si esprime nel mutamento della loro forma in modo tale che l'opera viene da noi percepita come elastica. In questo mutamento della forma noi riconosciamo la forza dell'intero che produce questo cambiamento. Ma per questo è necessario che la deformazione degli elementi coesista con la loro forma originaria, [forma] che può essere percepita soltanto se prendiamo questi stessi elementi astraendoli dall'intero. Per apprezzare la forza dell'intero, noi dobbiamo avere una possibilità continua di paragone fra ciò che sarebbe senza l'interezza e ciò che è in presenza di quest'ultima. Qualora gli elementi fossero congelati nel loro aspetto deformato e, percependo l'azione dell'intero, non fosse possibile percepirli in se stessi in altro modo – se, per esempio, l'opera fosse costruita consapevolmente di elementi che, in se stessi, si rivelassero solo nel corpo dell'intero,



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