Lo spettatore musicale by Piero Violante

Lo spettatore musicale by Piero Violante

autore:Piero Violante [Violante, Piero]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sellerio Editore
pubblicato: 2021-08-14T22:00:00+00:00


1 In occasione della prima a Palermo di Feuersnot, il 18 gennaio 2014. Direttore Gabriele Ferro, regia di Emma Dante. Protagonisti: Nicola Beller Carbone (Diemut), Dietrich Henschel (Kunrad). Orchestra, coro e coro di voci bianche del Teatro Massimo.

Marsch

La guerra e il futuro della musica

Di ritorno da Bayreuth, a guerra già scoppiata, l’eminente critico inglese Ernest Newman, autore di una celebre e sconfinata biografia di Wagner, ma anche di Strauss (Richard), il 1° settembre 1914 pubblica sulla rivista «The Musical Times» un articolo dal titolo programmatico «The War and the future of Music». Newman parte da un luogo comune allora largamente condiviso e cioè che qualunque fosse stato l’esito militare della guerra, l’Europa che ne sarebbe venuta fuori sarebbe stata molto differente da quella sino ad allora conosciuta. «Nuove configurazioni politiche – scrive – nuove coesioni di idee sociali e comportamenti. Le arti ovviamente saranno profondamente colpite dagli esiti intellettuali di questi mutamenti e fra esse soprattutto la musica».

Ne soffrirà la musica in quanto performing art per la produzione di concerti e spettacoli. «Se la guerra continua per un anno o due – aggiunge Newman – ci saranno dei tagli alle programmazioni musicali». Nessuno nel 1914 riusciva ad immaginare un periodo più lungo: la memoria si appigliava a guerre brevi come quella franco-tedesca e le stesse guerre napoleoniche che erano state le più lunghe avevano stemperato la loro lunghezza nella frammentazione in campagne. Ma la stessa brevità, più che prevista agognata, costringerà l’Inghilterra e le altre nazioni in una restrizione della vita concertistica e della programmazione nei teatri d’opera, accompagnata da un’inevitabile nazionalizzazione dei cartelloni. In Germania si programmeranno musiche di autori tedeschi, Beethoven in testa, il cui universalismo etico, sottolineato allora da Romain Rolland, sarà invece ristretto a manifesto identitario tedesco. In Francia, soprattutto dopo il bombardamento di Rheims e la distruzione della biblioteca di Lovanio, i musicisti francesi – in testa Debussy e Saint-Säens (e i pittori Matisse e Manet) – vorranno escludere dai loro concerti i tedeschi. Dal fronte, solitario, si opporrà Maurice Ravel. Romain Rolland, riparato in Svizzera, pubblica nel supplemento del «Journal de Genève» del 22 settembre 1914 il celebre saggio Audessus de la mêlée, in cui nega che la guerra sia uno scontro tra civiltà. Kultur contro Zivilisation. Il conflitto che separa i fratelli Mann: con Thomas schierato impoliticamente con gli Imperi centrali e Heinrich invece con la democrazia. Thomas Mann nel suo tormentato libro, Considerazioni di un impolitico, nel prendere partito, propone profonde riflessioni critiche sul passaggio verso la società di massa e sul trapasso dal criterio della qualità al criterio della quantità come esito della fine degli Imperi.

Ma se le difficoltà del business sono, dice Newman, scontate, più complesse si presentano invece le implicazioni sentimental-ideali. Della guerra si dorranno i musicisti. Perché tra tutte le arti, la musica – afferma Newman – è la più cosmopolita: «il regolare quotidiano scambio non solo tra musiche ma soprattutto tra musicisti ha trasformato l’Europa virtualmente in un unico paese». Sicché i musicisti «potranno dubitare



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