L'ordine del terrore by Wolfgang Sofsky

L'ordine del terrore by Wolfgang Sofsky

autore:Wolfgang Sofsky
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biblioteca Storica Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2021-03-15T00:00:00+00:00


1 Antelme, 1987, pp. 218 sg.

2 Sulla differenza fra «classe» e «ceto» cfr. Weber (1972, pp. 177 sgg.), anche se nel nostro caso essa va adottata cum grano salis.

3 Un caso esemplificativo di molti altri proviene da Dachau: «Il nostro tutore dei novizi, il tedesco Willy Bader, il piccolo kapò dell’ufficio 2, che ci aveva accolto la sera del nostro arrivo, era un personaggio fuori dall’ordinario. Il suo prestigio era riconosciuto in tutto il lager e, cosa affatto rara in un ambiente di quel genere, era rispettato da tutti [...] Si può immaginare facilmente quali fossero le doti umane che consentirono a Willy, comunista di lungo corso, di farsi largo in quell’inferno, nonostante il suo aspetto fisico quasi risibile – infatti non era alto neanche 1 metro e 40. Il suo numero di matricola era 9, cosa che già di per sé infondeva negli altri un timor sacro verso l’anzianità e un sentimento di muto rispetto. Egli viveva in questo universo di pena già da dieci anni, aveva posato sul terreno paludoso le prime pietre del campo, bagnate dal sangue e dal sudore delle prime vittime di Hitler [...] Davanti a noi c’era un sopravvissuto all’ignoto, una sorta di Lazzaro risorto dal sepolcro. Nei suoi piccoli occhi sognanti egli portava per sempre la terribile visione dell’ineffabile» (Michelet, 1960, pp. 70 sg.).

4 Cfr. Canetti, 1984, pp. 284 sg.

5 Zywulska (1988, p. 184) descrive questo gruppo dal punto di vista dei nuovi arrivati: «Essi erano giunti con uno dei primi trasporti e avevano messo in piedi il lager con le proprie mani, là dove prima c’erano soltanto buche, pantani e qualche baracca. Erano stati loro a costruire le strade e a installare i gabinetti e i lavatoi. Dei 50.000 deportati di allora ne sono rimasti solamente qualche dozzina, e naturalmente questi occupano adesso diverse cariche. Essi si sentono nel lager come a casa e guardano con sufficienza i nuovi arrivati. Cosa potevamo sapere di quello che avevano sofferto? Nulla, certamente – almeno non ancora».

6 «Ad Auschwitz, nell’anno 1944, dei vecchi prigionieri ebrei [...], ‘kleine Nummer’, piccoli numeri inferiori al centocinquantamila, poche centinaia sopravvivevano; nessuno di questi era un comune Häftling, vegetante nei comuni Kommandos e pago della normale razione. Restavano solo i medici, i sarti, i ciabattini, i musicisti, i cuochi, i giovani attraenti omosessuali, gli amici o compaesani di qualche autorità del campo; inoltre individui particolarmente spietati, vigorosi e inumani, insediatisi [...] nelle cariche di kapò, di Blockältester, o altre; e infine coloro che, pur senza rivestire particolari funzioni, per la loro astuzia ed energia fossero sempre riusciti a organizzare con successo, ottenendo così, oltre al vantaggio materiale e alla reputazione, anche indulgenza e stima da parte dei potenti del campo» (Levi, 1989, p. 81). Sul «notabilato» ebraico ad Ausch­witz cfr. anche la diversa descrizione contenuta in Langbein, 1980a, pp. 197-206.

7 Cfr. Bettelheim, 1980, pp. 187 sg.

8 Cfr. Goffman, 1973, pp. 66 sg.

9 Sul nesso omicidio-senso di superiorità cfr. Canetti, 1984, pp. 260 sg.

10 Ecco due situazioni relative la prima al



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.