Lorenzo Del Boca by Indietro Savoia!

Lorenzo Del Boca by Indietro Savoia!

autore:Indietro Savoia! [Savoia!, Indietro]
La lingua: ita
Format: epub
editore: !!br0ken!!
pubblicato: 2015-02-08T16:00:00+00:00


Il Piemonte si prepara per diventare Italia

Lo hanno chiamato «decennio di preparazione» perché - con il senno di poi - è stato giusto il tempo che servì al Piemonte per riuscire a battere l'Austria e diventare Italia. Italia, per davvero.

Nel 1853, Camillo Benso, conte di Cavour, astro nascente della politica sabauda, era già Presidente del Consiglio dei Ministri, manteneva il dicastero dell'agricoltura e figurava come principale azionista della «Società anonima dei molini anglo-americani» di Collegno. Guarda un po' dove si deve cominciare per incontrare i «conflitti di interesse».

Quello fu un anno di crisi; nelle campagne scarseggiò il raccolto e non c'era grano a sufficienza per i bisogni della gente. Rispettando i meccanismi della legge della domanda e dell'offerta, i prezzi della farina salirono alle stelle, mettendo in seria difficoltà gli strati più deboli della popolazione che non avevano il denaro sufficiente per comprarsi il pane.

Era una carestia di dimensioni internazionali, che coinvolse tutta l'Italia e il sud Europa. I governi risposero all'emergenza bloccando l'esportazione del grano per congelare i prezzi. Il Piemonte, invece - fedele alle dottrine liberiste del «laisser faire et laisser passer» - lasciò che i produttori commerciassero come meglio credevano e dove loro maggiormente conveniva. Il grano, in casa, mancò ancor di più ma, oltre confine, realizzarono guadagni anche esorbitanti e Cavour - che, fra i padroni, era il più padrone - mise da parte un piccolo tesoro.

Lui sempre più pingue e gli altri a morire di fame? Una folla - esasperata perché affamata - inscenò una manifestazione di protesta sotto le finestre del primo ministro, davanti al palazzo del Governo, ma venne affrontata con durezza dai carabinieri che mandarono i più agitati all'ospedale e in prigione. Due giornali - «L'imparziale» e «La voce della libertà» - accusati di aver istigato i rivoltosi vennero denunciati e trascinati in tribunale. Gli imputati vennero poi tutti assolti e Angelo Brofferio su un altro periodico - «La voce» - rilevò. come «il conte di Cavour è un magazziniere di grano e cli farina, contro il precetto della moralità e della legge». Aggiunse che, con la sua amministrazione «ingrassavano illecitamente i monopolisti, i borsaioli, i telegrafisti e gli speculatori sulla pubblica sostanza mentre geme, soffre e piange l'universalità dei cittadini, sotto il peso delle tasse e delle imposte». Infine giudicò un «atto barbaro» l'aggressione delle forze dell'ordine nei confronti di cittadini che stavano manifestando pacificamente.

Cavour e i suoi successori governarono con un cinismo più proprio agli uomini di banca che ai patrioti.

Predicavano l'ideologia di un mercato senza barriere - aperto e, addirittura, spalancato, nel caso della carestia di grano -perché i loro interessi li portavano a vendere la loro merce all'estero. Ma per i prodotti farmaceutici di fosforo, tutto il contrario, scelsero il protezionismo più rigoroso e fecero applicare delle tasse elevatissime, tanto da scoraggiare qualunque tipo di importazione. Una contraddizione appariscente eppure spiegabilissima.

Cavour aveva forti interessi anche in un'azienda che produceva prodotti chimici e - piuttosto che accettare di introdurre elementi di concorrenza in grado di calmierare le tariffe - preferiva vendere a caro prezzo la sua, di merce, e guadagnarci di più.



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