L'ultimo Cesare by Andrea Fredian

L'ultimo Cesare by Andrea Fredian

autore:Andrea Fredian
La lingua: ita
Format: azw3, epub
pubblicato: 2016-06-11T22:00:00+00:00


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«Si fanno beffe di noi», commentò Crispo, fissando i cavalieri sarmati far danzare i propri cavalli oltre la linea di confine, senza fare alcun tentativo di fuggire oltre. Anzi, alcuni sventolavano i loro stendardi con le teste di drago in cima alle lunghe lance, come a voler invitare i romani ad attaccarli.

Costantino sorrise sprezzante, mantenendo lo sguardo sui barbari. «Tra poco avranno ben poco di cui divertirsi», dichiarò. «Neppure immaginano cosa gli pioverà addosso».

«Non sarebbe meglio assalirli subito? Potrebbero scappare davvero al di là del Danubio».

«Non lo faranno», rispose convinto l'imperatore. «Sanno che se fuggissero al di fuori del territorio imperiale, verso settentrione, li inseguiremmo; in Tracia, invece, pensano che non possiamo attaccarli senza violare il territorio di Licinio, e se la prenderanno comoda. Sono settimane che fuggono, e ora che si sentono al sicuro, vorranno riposarsi e rifocillarsi. Diamo tempo al grosso dell'esercito di raggiungerci e poi ne faremo un solo boccone».

Crispo fissò il padre con profonda ammirazione. Le cose erano andate esattamente come aveva previsto l'imperatore: i barbari erano stati sorpresi lungo il confine della Pannonia dall'esercito di campagna di Costantino, che era giunto in forze a dare manforte alle forze limitanee, secondo lo schema ormai collaudato da anni con la riforma dell'esercito; l'imperatore, però, stavolta aveva fatto guadare il Danubio a una parte della propria armata, tagliando subito ai razziatori la via della ritirata oltrefrontiera e costringendoli a ripiegare sempre più a oriente, fino a passare il confine tra la Mesia e la Tracia, che rappresentava la linea di demarcazione tra i suoi territori e quelli di Licinio.

E adesso, aveva un pretesto per irrompere nell'area sotto il controllo del cognato, e iniziare la guerra civile da una posizione di netto vantaggio, con linee di collegamento con le retrovie più corte e parte della marcia già compiuta. E nel frattempo, il resto della sterminata armata che aveva raccolto si stava radunando più a sud, a Tessalonica, mentre la flotta era ancorata davanti ad Atene. Una strategia impeccabile: l'impero di Licinio sarebbe stato investito da una tempesta inarrestabile.

Crispo andò a dormire riflettendo sulla gloria che lo attendeva. Da quando era entrato nell'età della ragione, aveva sempre visto il padre pianificare il modo più efficace di colpire Licinio: anni e anni di strategie mirate a impossessarsi dell'impero nella sua totalità, che ora, se le cose avessero continuato ad andare per il giusto verso, sarebbe finito nelle sue mani. Sapeva bene che l'imperatore stava scommettendo su di lui, e sulla sua capacità di conquistarsi l'onore che gli aveva fatto designandolo suo erede; e aveva tutta l'intenzione di guadagnarsi ogni singolo stadio di terreno su cui avesse dominato in futuro. L'inseguimento ai barbari non gli aveva offerto la possibilità di mettersi in luce, ma adesso aveva l'occasione di mettere in mostra le sue qualità di soldato e condottiero: otto anni prima era stato troppo piccolo per partecipare alla grande guerra tra i due signori supremi dell'impero, e aveva ascoltato con avidità i racconti delle due grandi battaglie che Licinio e Costantino avevano combattuto, fremendo di frustrazione per non essere stato né un soldato né uno spettatore.



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