Maestra by Lisa Hilton

Maestra by Lisa Hilton

autore:Lisa Hilton [Hilton, Lisa]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788830445918
editore: Longanesi
pubblicato: 2016-05-02T04:00:00+00:00


15

In seguito ebbi molto tempo per riflettere su quale fosse stato il momento in cui avevo preso la decisione. Mi era nata e cresciuta lentamente dentro per tutto quel tempo, come una neoplasia? Era stato il momento in cui Rupert mi aveva cacciato come una serva senza referenze o quando avevo colto la rassegnazione della voce di Dave? Era stato quando avevo accettato di lavorare allo Gstaad Club o nel momento in cui avevo dato retta a Leanne e alla sua stupida idea di passare una serata fuori? Oppure quando avevo chiuso la porta davanti al corpo di James per poi prendere il treno diretto a Ventimiglia? In un afflato di romanticismo avrei potuto raccontarmi che la decisione era stata presa per me tanto tempo fa da Artemisia, un’altra giovane donna che sapeva cos’era l’odio, che aveva lasciato il suo insulso marito ed era venuta proprio in quelle strade a mantenere la famiglia con la pittura. Ma niente di tutto ciò sarebbe stato vero. Accadde invece quando salii nella mia stanza e, con calma, mi levai gli instabili zatteroni con la zeppa di sughero e indossai un paio di sandali bassi. Mentre mi allacciavo tutte le fibbie avevo le mani che tremavano. Mi alzai lentamente e mi diressi subito verso via del Corso.

Da Zara trovai un vestito di lino, un abito a trapezio corto con le tasche profonde. Da vicino si vedeva chiaramente che era di fattura scadente, ma era un capo abbastanza semplice da poter sembrare costoso, se accompagnato dai giusti accessori. Ne presi due, uno nero e uno blu scuro. In un negozio di articoli sportivi comprai un paio di pantaloncini, di due misure più grandi, e un paio di scarpe da ginnastica belle massicce. Aggiunsi una maglietta «I love Rome» acquistata in una bancarella all’angolo. Feci visita ad altri due negozi di souvenir kitsch, poi in fondo a via Veneto trovai un soprabito leggero di Kenzo con una stampa accesa, fucsia e bianca. Era vistoso al punto giusto. In una tabaccheria elegante, di quelle che vendono i portafotografie d’argento e gli umidificatori per sigari, presi un robusto tagliasigari e uno di quei grossi tubetti tascabili di cuoio che i ragazzi sulla barca usavano per custodire i Cohiba. Comprai anche uno zainetto nero di nylon, abbastanza morbido per infilarci dentro la mia pochette di pelle, e mi fermai in farmacia per prendere un pacco di assorbenti maxi e salviette umidificate. Quando finii gli acquisti erano già passate le sei. Ebbi un istante di rimpianto per i Pinturicchio al Vaticano. Non avrei fatto in tempo ad ammirarli, ormai, ma volevo concedermi il tempo di fare il bagno e asciugarmi i capelli per l’appuntamento con Cameron.

Lo raggiunsi all’Hassler intorno alle otto. Mi stava aspettando nella hall e propose di prendere un drink; io risposi che avrei bevuto qualcosa volentieri, ma più tardi. In ascensore, mentre salivamo al terzo piano, gli lasciai intendere che avevo intenzione di lavorare per un gallerista privato, appena fossi tornata a Londra. Quella sera, per una fortunata coincidenza, i De Greci erano a cena con alcuni parenti.



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