Magnus Chase e gli dei di Asgard 02. Il martello di Thor by Rick Riordan

Magnus Chase e gli dei di Asgard 02. Il martello di Thor by Rick Riordan

autore:Rick Riordan [Riordan, Rick]
La lingua: ita
Format: epub
editore: MONDADORI
pubblicato: 2017-11-25T05:00:00+00:00


30

TUTTI INSIEME: OLTREEE L’ARCOBALENOOO…

Precipitammo giù per diversi gradini fino a un pianerottolo di cemento, dove restammo accasciati a terra, l’uno sopra l’altro, senza fiato e storditi. A quanto pareva, ci trovavamo su una scala di emergenza: muri di mattoni a vista, ringhiera industriale verde, estintori e cartelli illuminati che indicavano: USCITA. Sopra di noi, sulla porta di metallo più vicina, c’era la scritta: SESTO PIANO.

Mi tastai la vita, preoccupato, ma la Pietra Skofnung era ancora lì, sana e salva. Jack invece era di nuovo un ciondolo. Riposava comodamente appeso alla mia catenina mentre tutta l’energia che aveva consumato combattendo contro i nix mi prosciugava l’anima. Mi sentivo le ossa di piombo. Non riuscivo a mettere a fuoco. Chi se lo immaginava che tagliare violini a fette e lasciare agenti di polizia in mutande costasse tanta fatica?

Hearthstone non era molto più in forma di me. Cercò di tirarsi su aggrappandosi alla ringhiera, ma non gli reggevano le gambe. Avrei quasi pensato che fosse ubriaco, ma non lo avevo mai visto bere niente di più forte di un chinotto a Nidavellir.

Blitzen si tirò via il burka di asciugamani. «Siamo a Midgard!» annunciò. «Riconoscerei questo odore ovunque.»

Secondo me, le scale sapevano solo di elfo, di nano e di Magnus bagnati, ma mi fidai di lui.

Hearth inciampò. C’era una macchia rossa sulla sua camicia.

«Amico!» Blitz corse al suo fianco. «Cos’è successo?»

«Ehi, Hearth!» Lo feci sedere ed esaminai la ferita. «Colpo di arma da fuoco. I nostri amichevoli poliziotti elfici gli hanno lasciato un regalino di addio.»

Blitz si tolse il cappello da Frank Sinatra e per poco non lo sfondò con un pugno. «Possiamo per piacere passare ventiquattr’ore senza che nessuno di noi venga ferito a morte?»

«Rilassati» dissi. «Gli ha solo sfiorato le costole. Tienilo fermo.»

Con la lingua dei segni dissi a Hearth: “Niente di grave. Posso curarti”. Appoggiai la mano sulla ferita, e il calore si irradiò sul suo fianco.

Hearthstone inspirò forte, poi cominciò a respirare a un ritmo quasi normale. Lo squarcio sulla sua pelle si richiuse.

Finché non ritrassi la mano, non mi resi conto di quanto fossi stato preoccupato. Tremavo in tutto il corpo. Non avevo usato i miei poteri di guarigione da quando Blitzen era stato ferito, e capii di aver avuto paura che non funzionassero più.

«Visto?» Tentai di sfoggiare un sorriso fiducioso, anche se probabilmente somigliavo più a un infartuato. «Va molto meglio.»

“Grazie” disse Hearth.

«Però sei ancora più debole di quanto vorrei» continuai. «Ci riposeremo qui un poco. Stasera avrai bisogno di un buon pasto, tanti liquidi e una bella dormita.»

«Ha parlato il dottor Chase.» Blitz guardò torvo l’elfo. «E niente più proiettili vaganti, intesi?»

Hearth sollevò un angolo della bocca e abbozzò un sorriso. “Non ti sento. Sono sordo.”

«Scherza» notai. «Buon segno.»

Restammo seduti lì, a goderci il fatto che una volta tanto non eravamo inseguiti, feriti o terrorizzati.

Be’, a dire il vero, io ero ancora piuttosto terrorizzato, ma uno su tre non era male.

Tutto lo schifo delle nostre ultime trenta e passa ore trascorse ad Alfheim cominciò a farsi sentire.



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