Mai più noi due by Barbara Delisnki

autore:Barbara Delisnki
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Romanzo rosa
editore: Newton Compton
pubblicato: 2013-12-14T23:00:00+00:00

15

Celeste entrò al Sunflower con una rosa in mano, e rimase in tranquilla attesa nel foyer, appena al di là della postazione della hostess. Il ristorante occupava una sfera di vetro adiacente a un hotel nel centro di Springfield. Lo aveva scelto perché era luminoso e arioso, e in realtà avrebbe preferito andarci di giorno. Sfortunatamente, per problemi legati al lavoro o ai mezzi di trasporto, i suoi uomini non avevano potuto incontrarla a pranzo, a meno di non prendere tutta la giornata libera. Non poteva biasimarli per non averlo fatto. Non sapevano nemmeno come si chiamava, né tantomeno se sarebbe loro piaciuta. Anzi, non sapevano nemmeno se si sarebbe presentata.

Neanche lei sapeva se l’avrebbero fatto loro, ma non c’era molta strada da percorrere, da Grannick a Springfield, e se le avessero dato buca, a soffrirne non sarebbe stato che il suo ego.

Questo per quanto riguardava la sua mente razionale. Erano le sette, l’ora in cui aveva appuntamento per lo spuntino serale con il maratoneta. Non cena, ma spuntino serale. Era stata chiara in proposito. Il Sunflower era specializzato in insalate e sandwich. Qualunque altro tipo di pasto sarebbe stato troppo impegnativo, sia dal punto di vista del coinvolgimento che – principalmente – da quello del tempo necessario. Se il maratoneta si fosse rivelato un fiasco, voleva avere la possibilità di potersela svignare il più velocemente possibile.

Ed eccolo arrivare. Seppe subito che era lui. Aveva detto di essere alto e magro, ed era proprio così… fin troppo, a quanto pareva: sembrava denutrito. Non che fosse brutto. Solo molto spigoloso.

Le si avvicinò. «Mi hanno detto di cercare qualcuno con una rosa in mano».

«Trovata». Celeste gli tese la mano. «Mi chiamo Celeste».

La mano di lui era nodosa. «Craig».

Quel nome gli si addiceva. Celeste si avvicinò alla hostess. «Hai avuto problemi ad arrivare fin qui?»

«No. Ho fatto diverse gare, a Springfield».

«Ah, capisco. Due, non fumatori», disse alla hostess.

Durante il tragitto fino al loro tavolo, Celeste si maledisse per essersi cacciata in quella situazione. Odiava le chiacchiere frivole, l’imbarazzo e i primi appuntamenti in genere. Ma i primi appuntamenti portavano a secondi appuntamenti, che non erano poi così malaccio. Non che pensasse che lei e Craig si sarebbero incontrati ancora. L’istinto le diceva che non era lui, quello giusto.

Ma magari l’istinto si sbagliava. Immaginò di poter resistere per la durata dello spuntino serale e vedere come andava a finire.

Si accomodarono al tavolo. «Sei molto carina», le disse lui in modo così diretto e pragmatico, che quella frase perse tutto il suo effetto.

«Grazie». Celeste cercò di trovare una risposta sullo stesso tono, ma non le venne altro che: «Dunque, sei un maratoneta. A quante gare hai partecipato?»

«Sette». Gliele elencò tutte, insieme ai suoi tempi, a quelle in cui era stato vincitore, o solo piazzato o addirittura non piazzato ma meritevole di encomio.

«Ah!», fece Celeste. Sorrise e si dedicò al menù. «Fanno una magnifica Ceasar di pollo, qui».

«Io non mangio uova».

«No, no, mi riferivo all’insalata».

«Il condimento della Caesar contiene uova».

Avrebbe voluto avvertirlo che c’era dell’uovo anche nel panino che stava agguantando in quel momento, ma non voleva sembrargli brusca.

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