Manfredi Valerio Massimo - Alexandros , Il figlio del sgno by an

autore:an
La lingua: it
Format: mobi, epub
pubblicato: 2014-06-28T10:17:04+00:00

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Duemila ateniesi caddero in combattimento e molti altri furono fatti prigionieri. Fra questi l'oratore Demade che si presentò davanti al re indossando ancora l'armatura e perdendo sangue da una ferita al braccio. Demostene si era salvato attraverso i passi che conducevano a sud verso Levadia e Platea.

Ma le perdite più massicce le avevano subite i tebani e i loro alleati achei schierati al centro. La cavalleria di Alessandro, dopo aver distrutto il Battaglione sacro, li aveva presi alle spalle e sospinti contro il muro di punte ferrate della falange provocando una strage.

L'ira di Filippo esplose soprattutto contro quei tebani dai quali si era sentito tradito. Vendette schiavi i prigionieri e rifiutò di consegnare i cadaveri per la sepoltura. Fu Alessandro a smuoverlo.

- Padre, tu stesso mi hai detto che bisogna essere clementi ogni volta che è possibile - gli fece notare dopo che gli fu sbollito il furore della vittoria. - Anche Achille restituì il cadavere di Ettore al vecchio re Priamo che lo implorava in lacrime. Questi uomini si sono hattuti da leoni e hanno dato la vita per la loro città. Meritano rispetto. E

inoltre, che vantaggio trarresti dall'infierire sui morti?

Filippo non rispose, ma si vedeva che le parole del figlio avevano fatto breccia.

- E poi c'è qui fuori un ufficiale ateniese prigioniero che chiede di parlarti.

- Non ora! - ruggì Filippo.

- Dice che se non lo riceverai si lascerà morire dissanguato.

- Benissimo! Uno in meno.

- Come vuoi. Allora me ne occuperò io.

Uscì e chiamò due "scudieri": - Accompagnate quest'uomo nella mia tenda e fate venire un chirurgo.

I soldati eseguirono l'ordine e l'ateniese fu adagiato su una branda da campo, spogliato e lavato.

Poco dopo tornò uno degli "scudieri". - Alessandro, i chirurghi sono tutti occupati con i nostri soldati e stanno cercando di salvare quelli che hanno le ferite più gravi, ma se lo comandi verranno ugualmente.

- Non importa - affermò il principe. - Me ne occuperò io. Portatemi ferri, ago e filo, fate bollire dell'acqua e procuratemi delle bende pulite. - Gli uomini lo guardarono stupiti e il paziente più di loro

- Devi accontentarti - gli disse Alessandro. - Non posso far morire un soldato macedone per salvare un nemico.

Entrò in quel momento Callistene e lo vide mentre si cingeva un grembiule e si lavava le mani.

- Ma cosa...

- Anche questo resterà fra noi, ma puoi aiutarmi. Hai seguito anche tu le lezioni d'anatomia di Aristotele. Lava la ferita con vino e aceto e poi infilami l'ago: io ho il sudore negli occhi.

Callistene si diede da fare con una certa perizia e il principe cominciò a esaminare la ferita. - Passami le forbici: è tutta slabbrata.

- Eccole.

- Come ti chiami? - domandò Alessandro al prigioniero.

- Demade.

Callistene spalancò gli occhi. - Ma è il famoso oratore - sussurrò all'orecchio dell'amico che non sembrò scosso dalla rivelazione.

Demade tradì una smorfia quando il suo improvvisato chirurgo gli tagliò la carne viva, poi Alessandro si fece dare ago e filo.

Passò l'ago sulla fiamma di una lucerna e cominciò a cucire, mentre Callistene teneva insieme con le dita le labbra della ferita.

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