Marco Polo by Viktor Šklovskij

Marco Polo by Viktor Šklovskij

autore:Viktor Šklovskij [Šklovskij, Viktor]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Quodlibet
pubblicato: 2021-04-28T10:42:18+00:00


Della Cina

Non tenterò di dare qui neppure un quadro schematico del paese. Ma occorre parlare di alcune particolarità ignote a Marco Polo o da lui non capite.

Il mongolo Temugin (Genghiz khan), dopo aver riunito le tribù mongole, si era proclamato gran khan nel 1206 e aveva dato al suo popolo il nome della propria tribù, cioè dei mongoli.

Nell’autunno 1213 spedì le sue orde a conquistare la Cina settentrionale. Nel 1220 sottomise Bukhara e Ormuz, nel 1221-22 l’Iraq e l’Armenia, nel 1224 sbaragliò i russi sul fiume Kalba e nel 1227 morì.

Aveva diviso il suo impero in quattro parti fra i quattro figli, di cui Ogodei fu considerato il maggiore.

La Cina si divideva allora in due regni: la Cina settentrionale era stata conquistata da oriundi della Manciuria, il cui regno era noto con il nome di Ts’in. La dinastia Ts’in regnò dal 1115 al 1234. Al sud della Cina resistette la dinastia Sung.

Ogodei dovette prima combattere con la dinastia Sung e fu con tutta probabilità alleato della dinastia Sung meridionale. Sottomise la massima parte della Cina settentrionale e meridionale, intraprese una campagna nell’Asia centrale, arrivò fino all’Armenia e alla Georgia, dove conquistò Kars e Tiflis.

Suo nipote aveva nome Batu. Egli espugnò Rjazan’ e Mosca nel 1237 e nel 1241 saccheggiò Kiev.

Di là Batu mosse contro l’Ungheria ma voltò indietro avendo saputo della morte di Ogodei.

L’erede di Ogodei, Guyuk, continuò le guerre nel Caucaso e sottomise una parte della Corea. Dopo la sua morte ci furono guerre intestine e il trono mongolo passò al nipotino di Genghiz khan, Monga o Mongka.

Mongka khan conquistò il Tibet e capeggiò una campagna contro l’Indocina.

Suo successore fu Kubilay o Qubilay.

La dinastia Sung si manteneva ancora nel meridione.

Nel 1267 Kubilay si proclamò hogdo-khan, sacro, e dette alla propria dinastia il nome di Yüan nel 1280.

Passo ora al racconto dell’assetto della proprietà terriera nella Cina di quel tempo. Narro secondo il saggio di I. Zacharov pubblicato negli Atti della missione ecclesiastica, tomo II.

Al tempo della lotta fra mongoli e dinastia Sung per il possesso della terra cinese la rovina, la fame e la fuga furono il destino di milioni di uomini. Nel paese infuriavano sommosse contadine.

All’inizio della dominazione mongola in Cina, nel 1230, si intendeva addirittura trasformare tutta la terra sottomessa in steppa e possibilmente annientare tutti i cinesi. La proposta non risultò realizzabile.

Conquistata la Cina, i mongoli tolsero la terra ai latifondisti cinesi e il khan la distribuì generosamente ai suoi, tanto ai mongoli quanto agli oriundi d’altri paesi.

I mongoli non cambiarono nulla al sistema di riscossione dei tributi. Non toccarono neppure la proprietà agricola piccola e media. Ma nella confisca delle terre diedero prova d’una inventiva ricchissima. Uno dei signorotti a esempio volle farsi padrone di seimila miglia di banchi di sabbia lungo le rive d’un fiume per impadronirsi delle acque e prelevare tributi dalla navigazione.

Ai tempi di Marco Polo la lotta contro la Cina meridionale proseguiva ancora. L’esercito mongolo con le sue greggi, ossia intere tribù, era probabilmente stanziato in terra cinese, per cui può



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