Martin George R. R. - Trono di spade 02 - 1998 - Il Regno dei Lupi, La Regina dei Draghi. by Martin George R. R

Martin George R. R. - Trono di spade 02 - 1998 - Il Regno dei Lupi, La Regina dei Draghi. by Martin George R. R

autore:Martin George R. R. [Martin, George R. R.]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, Fantasy, General
ISBN: 9788852044427
Google: BQl0AQAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2013-10-31T07:59:21+00:00


Catelyn

Le tenebre erano fitte quando raggiunsero il villaggio. Aveva un nome, quel luogo? Catelyn si trovò a domandarselo. Se così era, gli abitanti, fuggendo, lo avevano portato via con sé, insieme a tutti i loro beni, perfino le candele che illuminavano il piccolo tempio. Ser Wendel Manderly accese una torcia e le fece strada oltre la bassa porta.

All’interno, le sette pareti erano fessurate, deformate. “Dio è uno solo” le aveva insegnato septon Osmynd molto tempo prima, quando lei era ancora una bambina. “Con sette aspetti. Così come il tempio è un solo edificio, con sette pareti.” I templi ricchi avevano statue dei Sette Dèi e altari per ciascuno di loro. A Grande Inverno, septon Chayle aveva appeso maschere a ognuna delle pareti. In questo tempio abbandonato, Catelyn non trovò altro che rozze immagini tracciate a carbone. Ser Wendel sistemò la torcia in una nicchia vicino alla porta, poi se ne andò ad aspettare fuori assieme a ser Robar Royce.

Catelyn studiò i volti tracciati sulla pietra. Il Padre era barbuto, come sempre. La Madre sorrideva, dolce e protettiva. La spada del Guerriero era levata accanto al viso. Lo stesso valeva per il martello del Fabbro. La Vergine era bella, la Vecchia era rugosa e saggia. E poi c’era il settimo volto…

Lo Sconosciuto.

Non era né uomo né donna. E al tempo stesso era sia uomo sia donna. Eterno straniero in terra straniera, viandante da luoghi remoti, meno umano e più umano, estraneo e inconoscibile. Qui, il settimo volto era un ovale nero, solamente un’ombra con le stelle per occhi. Catelyn si sentì a disagio. In questo tempio avrebbe avuto ben scarso conforto.

S’inginocchiò di fronte alla Madre. «Mia signora, rivolgi il tuo sguardo materno alla battaglia che si sta preparando. Sono tutti figli tuoi, qui. Risparmiali, se puoi. E risparmia anche i miei figli. Veglia su Robb, Bran e Rickon. Vorrei soltanto poter essere con loro.»

L’occhio sinistro della Madre era solcato da una crepa. Pareva che l’immagine stesse piangendo. All’esterno, Catelyn poteva udire la voce baritonale di ser Wendel, e le pacate risposte di ser Robar; i due parlavano della battaglia imminente. Per il resto, il silenzio della notte era assoluto. Neppure il canto di un grillo, neppure lo stormire di una foglia. Anche gli dèi tacevano.

“Ti hanno mai risposto gli dèi, Ned? Quando ti inginocchiavi davanti all’albero del cuore, ti hanno mai udito?” si chiedeva Catelyn.

La fiamma della torcia baluginò sui muri. Il gioco di luci e ombre diede ai volti una parvenza di vita, distorcendoli, mutandoli. Nei grandi templi delle città, le statue dei Sette Dèi avevano le facce che gli scultori avevano dato loro. Ma qui dentro, le immagini tracciate con il carbone erano talmente primitive da essere pressoché prive di fattezze definibili. Avrebbero potuto essere chiunque. A Catelyn, il Padre fece tornare in mente il volto di suo padre, che giaceva nel letto di morte a Delta delle Acque. Il Guerriero avrebbe potuto essere Renly o Stannis, Robb o Robert, Jaime Lannister o Jon Snow. Per un istante, per un breve istante, credette addirittura di vedere il volto di Arya tra quelle linee scalene.



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