Medea by Christa Wolf

Medea by Christa Wolf

autore:Christa Wolf [Wolf, Christa]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788876412868
editore: E/O
pubblicato: 2013-12-11T16:00:00+00:00


6

Lui mi ha sottratto i miei beni.

Il mio sorriso, la mia tenerezza, la mia capacità di gioire, di compatire, di aiutare, la mia animalità, la mia radiosità, lui ha calpestato ogni singolo manifestarsi di tutto questo, finché non si è più manifestato.

Ma perché uno agisca così, questo non lo capisco...

Ingeborg Bachmann, "Il caso Franza".

Glauce.

È tutta colpa mia.

Sapevo che al castigo non si sfugge, ah, io sono pratica di punizioni, il castigo si scatena dentro di me molto prima che ne conosca il volto, ora lo conosco e mi getto a terra davanti all'altare di Elio e mi strappo le vesti e mi graffio il viso e lo supplico di allontanare il castigo dalla mia città e di imporlo solo a me, a me, la colpevole.

La peste.

Ah, è la cosa peggiore.

Può esistere una colpa capace di attirarsi il castigo della peste, potrei chiedere a Turone, che non si allontana più dal mio fianco, Acamante me lo ha assegnato come protettore, ha la mia stessa età, un giovane pallido incredibilmente magro con guance incavate e lunghe dita ossute e uno sguardo appiccicoso, devo essergli grata per come si prende cura della mia persona, il re mi ha fatto dire di essere preoccupato per me, affari di governo gli impediscono di venire personalmente, è naturale, anche se venisse non potrei dirgli che provo orrore delle mani umide e ossute di Turone, le mani che ama mettermi sul braccio o sulle spalle o addirittura sulla fronte, per calmarmi, dice, e che mi disgusta l'odore di sudore marcio proveniente dalle sue ascelle, nessun'altra persona che conosco odora così, al contrario, ci sono persone del cui odore non si riesce mai a impregnarsi abbastanza, ma non voglio pensare a questo, né alla donna che mi ha messo anche lei la mano sulla fronte, no, bisogna che la dimentichi, devo dimenticarla, quelli che me lo raccomandano hanno ragione tutti, soprattutto Creonte, il padre ha ragione, devo cancellare dalla memoria il nome di quella donna, devo togliermela dalla testa interamente, strapparmela dal cuore, bisogna che io mi faccia chiedere o che mi chieda io stessa come sia potuto accadere che aprissi il cuore a lei, a lei che per noi resterà sempre straniera, Turone ha ragione a chiamarla traditrice, ad accusarla di magia nera, ma ciò che dice Turone in verità mi è indifferente, non mi tocca come mi ha toccato la disperazione del padre, perché solo dalla disperazione, non è vero?, può essere derivata quell'ira smisurata che ha rivolto contro di me, nessuno lo ha mai visto così adirato, non riesco a ricordarmi che mi abbia mai toccata prima, evitava di toccarmi, questo l'ho sempre capito.

Quale uomo, sia pure il padre, tocca volentieri, non è vero?, la smorta pelle impura, i cascanti capelli sottili o le membra goffe di una ragazza, e sia pure la figlia, la primissima certezza che ho avuto è di essere brutta; la donna di cui non voglio più pronunciare il nome poteva canzonarmi quanto voleva, poteva insegnarmi trucchi, come comportarmi, come camminare,



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