Messaggi rivoluzionari by Antonin Artaud

Messaggi rivoluzionari by Antonin Artaud

autore:Antonin Artaud [Artaud, Antonin]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Jaca Book
pubblicato: 2021-06-24T00:00:00+00:00


1Pubblicato su «El Nacional» del 23 luglio 1936 con il titolo La Cultura éterna de México.

LA FALSA SUPERIORITÀ DELLE ÉLITE1

Piuttosto che annientare le élite, bisogna anzitutto comprenderle, e per comprenderle bisogna definirle.

Il mondo moderno, in piena deriva spiritualmente parlando, tanto più che aborrisce proprio lo spirituale tutt’intero, deve, se vuole recuperare la pace, ristabilire l’equilibrio tra i due movimenti di fondo attraverso i quali si manifestano – e per questo testa e mani si equivalgono – un’attività e un dinamismo identici, il cui uguagliarsi costituisce l’uomo completo.

Così come, nel mondo presente, c’è un terribile disaccordo tra le facoltà opposte dello spirito e della materia, c’è emulazione, o piuttosto rivalità tra il lavoro delle mani e quello della testa. Le élite, non lo si può negare, non godono di alcun credito nella società di oggi. La grande massa umana non si interessa ai lavori dello spirito e non sarebbe esagerato affermare che ci si appresta a ridurre alla fame coloro che, con un disinteresse che in altri tempi fu meglio riconosciuto, fanno professione di dedicarsi al puro lavoro del pensiero.

Ma prima di ridurre alla fame gli intellettuali, prima di spezzare le élite che sono il vanto di una società, e soprattutto la fanno durare, la società dovrebbe almeno tentare uno sforzo per riavvicinarsi a queste élite, cioè per comprenderle.

Un uomo eminente, col quale mi lamentavo della triste situazione in cui sono caduti gli artisti in Francia, mi ha risposto:

«Che volete? Nel nostro mondo, gli artisti sono fatti per morire su un pagliericcio, se non in prigione».

Gli risposi che ci sono state epoche in cui si dava agli artisti il posto che meritavano, cioè il primo, e in cui la società aveva a cuore di procurar loro, e perfino al di là del necessario, i mezzi di sussistenza.

Che il denaro sia divenuto ciò che è oggi, – una sorta di forza maggiore e, si potrebbe dire, una pietra di paragone della vita – bene, ma è un fatto, non una legge dell’evidenza. E non è perché le cose sono così che le si deve accettare tali e quali sono. Ci sono un bel po’ di ragioni, e molto alte, per avviare una trasformazione.

A che servono allora le rivoluzioni, se non a ristabilire l’equilibrio sociale e a iniettare un po’ di giustizia nell’ingiustizia della vita? In fondo a questa rivalità, a questa lotta tra le forze antagoniste dello spirito e della materia, si trova un errore di concezione che è proprio del mondo moderno: voglio dire che altri secoli l’hanno ignorato.

Se nel mondo capitalista moderno, che mette il denaro sopra ogni cosa, c’è, non lo si può negare, un caratteristico disprezzo per le élite che maschera a sua volta l’odio ispirato da ogni vera superiorità, è proprio perché il mondo moderno presta alle élite una realtà, un’esistenza che esse non hanno.

Quelli che lavorano con le mani, hanno dimenticato di avere una testa; quelli che lavorano con la testa, in genere s’intristiscono, credendosene sminuiti, quando devono lavorare con le mani.

In queste condizioni si spiega il disprezzo che provano le masse comuniste per le attività gratuite dello spirito.



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